Pompeii theatrum mundi, presentata la rassegna estiva: un classico contemporaneo

L’inaugurazione con «L’Odissea cancellata»

Il teatro romano di Pompei
Il teatro romano di Pompei
di Luciano Giannini
Mercoledì 3 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 19:10
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In conferenza stampa, nella sala Spadolini del ministero per la Cultura, a Roma, il sindaco Gaetano Manfredi annuncia che nel 2025 Napoli celebrerà i suoi 2.500 anni di vita. Il teatro grande degli scavi di Pompei non è da meno, alveo antico e prestigioso, che anche quest’anno ospiterà la rassegna estiva del Teatro di Napoli - Teatro nazionale: la settima edizione di «Pompeii theatrum mundi», in collaborazione con il parco archeologico, si svolgerà dal 13 giugno al 13 luglio con quattro spettacoli che rivisitano i classici in chiave contemporanea. Come afferma il direttore del teatro stabile partenopeo, Roberto Andò, «a Pompei la parola “classico” ci aiuta a riconsiderare dove siamo arrivati e chi siamo». 

Emilio Isgrò, maestro d’arte concettuale, poeta, scrittore, artefice di quell’operazione di resistenza culturale nota come «cancellazione», si staglia quale ospite più illustre in cartellone. Stavolta, l’artista siciliano si occuperà di «Odissea cancellata» (13-15 giugno). Con lui rifulge la stella di Paul Curran, illustre regista scozzese, esperto di opere liriche, che firmerà «Fedra» di Euripide (11-13 luglio). Il titolo è offerto dall’Istituto del dramma antico, che conferma la collaborazione col Teatro nazionale di Napoli. A proposito di coproduzioni, si nota l’assenza del «Campania teatro festival», e non per scelte artistiche, ma di politica economica, perché la sorte del festival segue il nefando destino dei fondi europei. «Edipo re» di Sofocle, nella lettura di Andrea De Rosa (4-6 luglio), e un «De rerum natura» da Lucrezio (27-29 giugno), declinato in chiave ecologista dal regista Davide Iodice e dal drammaturgo napoletano Fabio Pisano completano il cartellone.

Il costo della rassegna sarà di 750.000 euro. Due terzi (500 mila) saranno a carico del ministero; è la stessa cifra del suo contributo speciale che, nel 2023, permise di salvare la kermesse dopo l’improvviso taglio deciso dal governatore De Luca e le conseguenti polemiche. L’incontro stampa rimarca l’attenzione del ministro Gennaro Sangiuliano per Napoli, come la tenzone con De Luca. In controtendenza, segnali concilianti emergono da Felice Casucci: l’assessore regionale al Turismo rileva il privilegio di essere tra i soci del Teatro nazionale e assicura l’impegno dell’ente locale. Quanto all’altro socio, Gaetano Manfredi ricorda l’aumento dei contributi dati ogni anno allo Stabile: 1.400.000 dal Comune e altrettanti dalla Città metropolitana. 

«Per la mia “Odissea cancellata”, diretta dal giovane regista Giorgio Sangati, con cui ho già lavorato, penso al pubblico in palcoscenico e agli attori sulle gradinate della cavea.

Là avverrà l’azione con la mia drammaturgia e anche le mie cancellazioni: non solo delle parole di Omero, ma delle stesse azioni sceniche», spiega Isgrò che cancella le parole di un testo e lascia leggibili pochi, selezionati vocaboli, modificando il tessuto semantico dell’originale e rilevando, in questo modo, significati a esso estranei. Come avverrà l’atto, resta una sorpresa.

«De rerum natura - There is no planet b»: qui Iodice e Pisano si serviranno dell’epicureo Lucrezio «per metterlo a confronto con il disperato messaggio ecologista di Greta Thunberg. Seguendo i sei libri del poema raccontiamo in forma dialogica il rapporto tra uomo e natura». Allo spettacolo prenderà parte la giovane orchestra della Scuola elementare del teatro, con giovani disabili alle prese con strumenti naturali, nel solco della band Bungt&Bangt.

Infine, l’«Edipo re» secondo Andrea De Rosa: «Se le mie “Baccanti” facevano perno su Dioniso, qui il deus ex machina sarà Apollo. Senza alterare l’originale di Sofocle, ho accorpato in un solo personaggio le figure di Tiresia e dei messaggeri, modificando perciò la struttura dell’opera. Tutti, fin dal principio, gli gettano in faccia i fatti, ma Edipo rifiuta di accettarli. Ed è proprio Apollo a suggerirci che, a volte, è meglio non togliere il velo dalla verità, se non siamo preparati ad accoglierla».

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Infine, Sangiuliano esalta «le nozze felici tra uno dei siti più amati e la cultura con le sue declinazioni. Il cartellone propone opere importanti, in cui ritroviamo l’essenza della cultura occidentale. E noi continueremo a sostenere la rassegna, in assenza della Regione. Pompei è nei nostri pensieri. E in settembre ospiterà anche l’incontro tra ministri per la cultura del G7». 

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