Greta Zuccoli verso Sanremo

Greta Zuccoli, foto di Riccardo Piccirillo
Greta Zuccoli, foto di Riccardo Piccirillo
di Federico Vacalebre
Giovedì 5 Novembre 2020, 18:22 - Ultimo agg. 6 Novembre, 15:54
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«Amasanremo» atto secondo, quasi un esorcismo: se il Festival si terrà «normalmente» vorrà dire che il Covid-19 in marzo non sarà aggressivo come adesso. Giovedì scorso i M.e.r.l.o.t. e Wrongonyou hanno conquistato un posto per la finale del 17 dicembre, sempre su Raiuno e Radiodue, ma in prima - invece che in seconda - serata e con l'annuncio del cast dei big in gara all'Ariston a contrastare la concomitante finale di «X Factor», che intanto stasera sarà condotto da Daniela Collu al posto di Alessandro Cattelan, positivo al coronavirus.
Tra i quattro concorrenti in gara nella seconda manche occhio e orecchio a Greta Zuccoli, 22 anni, unica napoletana del mucchio selvaggio delle venti aspiranti Nuove Proposte: dieci i posti a disposizione per la finale, quando si decideranno le 6 (più due provenienti da Area Sanremo) canzoni destinate alla gara dal 2 al 6 marzo. Graziosa e suadente nel canto come nell'aspetto, la cantautrice di Fuorigrotta con la delicata «Ogni cosa sa di te» sfiderà l'italofrancese già finalista di «The voice of Italy» 2015 Thomas Cheval («Acqua minerale»), il romano Scrima («Se ridi») e Le Larve («Musicareoplano»), anche lui capitolino. «La Rai crede nei giovani artisti e li sostiene. Io spero di guidarli verso l'Ariston in un percorso che sia, come tutti ci auguriamo in questo momento così difficile, il più lineare possibile», spiega l'uomo solo al comando Amadeus. 

Greta ci presentiamo?
«Vivo di fronte allo stadio San Paolo, mio padre è medico, mamma avvocato, ma una sorella della nonna cantava alla Scala.

Ho iniziato a cantare a 12-13 anni: ero, anzi sono, molto timida, riservata, per cui aspettavo che andassero tutti via da casa e poi mi mettevo al microfono con il karaoke. La prima canzone che ho affrontato era La voce del silenzio, la misi su un cd e la regalai a papà per il compleanno». 

Il tuo coming out canoro?
«Una sorta. A 14 anni ho iniziato a studiare canto, ho conosciuto Carlo Lomanto che, ascoltato il mio timbro, mi ha suggerito di studiare canto jazz. Ora sono prossima alla laurea magistrale al San Pietro a Majella».

Intanto c'erano Greta and the Wheels.
«La band è stata fondamentale per superare la paura del palco, per trovare il contatto con il pubblico. Guardando a Tori Amos, Lisa Hannigan, Joni Mitchell ho iniziato a scrivere in inglese, un po' per copiare dai miei modelli stile folk acustico e un po' per nascondermi».

Alla giuria composta da Piero Pelù, Luca Barbarossa, Morgan e la direttrice d'orchestra Beatrice Venezi proporrai, però, un brano in italiano.
«Da qualche tempo sto scrivendo nella mia lingua madre, anche se mi sento nuda, troppo in vetrina, troppo esposta. Ho aspettato un bel po' prima di osare, forse ora sono pronta».

A darti sicurezza c'è un gran bello staff alle tue spalle.
«È vero, il brano è prodotto da Diodato e Tommaso Colliva».

Il primo ha vinto l'ultimo Sanremo, ma anche il David di Donatello, il Ciak d'oro e il Nastro d'argento. Il secondo ha lavorato con Afterhours e Muse, Ghemon e Luci della Centrale Elettrica, Nada e Tiromancino.
«E ci sono pure gli archi di Rodrigo D'Erasmo e una foto del grande Guido Harari. Mi sento protetta, come in famiglia».

Diodato ti ha portato in tour con lui quest'estate.
«I concerti post-lockdown erano speciali per Antonio, inevitabilmente, ha voluto allargare la sua band e mi ha voluto accanto a sé. Da lì è nato un rapporto speciale, davvero: sia in senso artistico che umano. Vorrà dire che dovrò far rumore anche io, citando la sua canzone».

Prima di lui ad offrirti un posto al sole era stato Damien Rice.
«Nel 2017, dopo un suo concerto napoletano, si era regalato una sorta di doposhow nei giardinetti vicini al teatro, mi ha sentito cantare con lui e... poi si è ricordato di me, mi ha cercata, a vent'anni mi ha portato con lui sul mitico palcoscenico parigino dell'Olympia, l'anno dopo mi ha voluta per il tour in cui si spostava in barca a vela... Come Diodato, lui crede in me, mi ha mostrato la strada, mi ha detto: vai, Greta, vola».

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