Morte Chester Bennington: nella camera da letto del cantante una bottiglia d'alcol ma nessuna traccia di droga

Chester Bennington
Chester Bennington
di Giacomo Perra
Mercoledì 26 Luglio 2017, 13:24 - Ultimo agg. 19:56
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Non c’erano tracce di droga ma solo una bottiglia d’alcool mezzo vuota nella camera da letto di Chester Bennington al momento del suo suicidio. A rivelarlo, confermando così le indiscrezioni giunte nei giorni scorsi, è stato il sito Internet tmz.com, che cita fonti vicine alla Polizia.

Il portale ha anche ribadito l’inesistenza di una lettera d’addio a firma del frontman dei Linkin Park, aggiungendo poi altri particolari relativi a quanto accaduto in casa Bennington dopo la scomparsa del cantante: ad entrare per prima nella camera dell’interprete di In the End, morto impiccato alla porta, sarebbe stata la donna delle pulizie, che con le sue grida avrebbe attirato l’attenzione dell’autista, occupatosi successivamente di chiamare la Polizia.
In attesa di chiarire se, prima del decesso, Bennington avesse assunto stupefacenti - gli esami tossicologici non si sono ancora conclusi -, nel frattempo, Mike Shinoda, cofondatore dei Linkin Park, ha reso omaggio al suo defunto amico e collega postando sui social una vecchia foto che li ritrae giovanissimi e sorridenti.

«Era il 1997 o il 1998, penso che sia stata la nostra prima foto insieme», ha scritto Shinoda nel messaggio correlato all’immagine. «Avevamo appena detto a Chester che volevamo si unisse a noi, lui si stava per trasferire dall’Arizona a Los Angeles. Andammo a una pizzeria vicino all’università Ucla. Ci chiamavamo Xero all’epoca e avevamo meno di una mezza dozzina di canzoni pronte. Non avevamo i tatuaggi, non avevamo i capelli rossi, la maggior parte di noi era ancora al college».

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