Si è avvalso della facoltà di non rispondere Roberto Bianco junior raggiunto, la settimana scorsa, da una misura cautelare in carcere per ipotesi di reato che vanno dalla tentata estorsione al porto e detezione abusivo di armi nonché lesioni e minacce aggravate dall’uso delle armi. Tutti episodi commessi tra l’estate e dicembre 2022 quando fu arrestato (l’attuale misura cautelare, infatti, gli è stata notificata in carcere a Foggia dove era già detenuto) per i colpi esplosi contro le vetrine del Mulino Urbano in piazza Malta a Salerno (per questa vicenda è già stato condannato in abbreviato a 4 anni e 2 mesi di reclusione).
Una decina di episodi violenti, nei confronti di titolari e dipendenti di alcuni esercizi commerciali oltre che di privati cittadini, per i quali il pm antimafia Marco Colamonici ha anche emesso il provvedimento di chiusura delle indagini preliminari sia a carico di Bianco jr (difeso dagli avvocati Silverio Sica ed Armando Melillo) che nei confronti di Pietro Milione (finito ai domiciliari) e Ciro Amato (indagato a piede libero).
Secondo la ricostruzione della procura salernitana, fondata sulle indagini di Squadra Mobile e compagnia dei Carabinieri, Roberto Bianco junior aveva atteggiamenti violenti per affermare la personalità criminale in città: «Salerno è mia e comando io» era il suo grido di battaglia nei locali a cui faceva «visita» pretendendo – come nel caso del Mulino Urbano – l’acquisto del caffè da lui. Precedentemente aveva accoltellato il dipendente di una pizzeria perché non era riuscito ad installargli internet in auto.
Le indagini, infatti, avrebbero dimostrato che Bianco jr veniva seguito nelle sue azioni criminali da un manipolo di ragazzi che, a mano a mano, si sarebbero allontanati dal 27enne salernitano in quanto minacciati nel momento in cui non eseguivano pedissequamente i suoi ordini. Ma la personalità criminale «spregiudicata ed allarmante» di Bianco junior, come scrive il gip Valeria Campanile nell’ultima misura cautelare, appare chiara sia nell’episodio accaduto al bar «089» quando prese a martellate un cliente dopo aver rincorso un lavorante solo perché non gli aveva detto dove era il proprietario, ma anche entrò da «Super Pizza» urlando contro alcuni clienti seduti intorno ad un tavolo per mangiare e minacciando «t’aggia accir» e poi, tornando nella stessa sera sempre nel locale, per prendersela con il titolare.