Salerno, rapina a mano armata al distributore di gas: bottino ricco

Il dipendente minacciato con una pistola costretto a stendersi a terra e non guardare

Una pattuglia della polizia in servizio di controllo
Una pattuglia della polizia in servizio di controllo
di Petronilla Carillo
Sabato 16 Dicembre 2023, 07:00
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Così come è stata raccontata ai poliziotti delle Volanti che per primi hanno raccolto la denuncia della vittima, la rapina messa a segno poco prima della mezzanotte di giovedì al distributore di benzina di via Schiavone, sarebbe paragonabile ad un’azione di un film americano ma gli uomini della Squadra mobile (agli ordini del vicequestore Gianni Di Palma) che hanno preso ora in mano le indagini, ritengono che ci siano molti punti da chiarire. Ad agire sarebbe stato un rapinatore solitario vestito di nero ed armato di pistola. Il bandito sarebbe entrato nell’ufficio dell’impianto Facom Gas che era aperto, avrebbe fatto stendere il dipendente all’interno a terra e, sotto la minaccia della pistola, lo avrebbe immobilizzato, così avrebbe preso l’incasso delle giornata: tra gli 8mila ed i 10mila euro. Poi sarebbe fuggito. Probabilmente a piedi. Per cercare di individuare il malvivente, i poliziotti stanno ora visionando i filmati delle telecamere di sicurezza dell’impianto di distribuzione e anche di alcuni negozi di Pastena che si trovano nei paraggi. Secondo un prima ipotesi, l’uomo avrebbe agito andando a colpo sicuro. Forse perché era venuto a conoscenza dell’esistenza di un cospicuo incasso, forse perché aveva quell’esercizio sotto controllo da un po’ di tempo. Un’analisi delle videocamere private potrebbero servire anche a capire se, nei giorni precedenti e nelle ore precedenti, ci sia stata qualche presenza sospetta in quella zona. 

Saranno dunque le telecamere, ancora una volta, a dare un importante input alle indagini in quanto, nel suo racconto, il dipendente avrebbe detto di essere stato obbligato a stare con il viso rivolto al pavimento e, quindi, di non aver visto molto. Proprio in settimana era stato il procuratore capo di Salerno, Giuseppe Borrelli, a puntare l’indice sulla necessità di incrementare il numero di telecamere sul territorio. «Non si può demandare ai privati il compito della sorveglianza del territorio - aveva detto - Ed è bene sapere che tra i gravi fatti verificatisi nell’ultimo periodo, l’unico per il quale non si è pervenuti ad un esito giudiziario è stato quello verificatosi in un luogo in cui mancavano impianti di videosorveglianza.

L’idea che il controllo del territorio possa realizzarsi attraverso una pattuglia di polizia o carabinieri ad ogni angolo di strada, è un’idea obiettivamente irrealistica: per un soggetto che vuole delinquere, vedere una pattuglia che ha un posto di vigilanza fisso non costituisce un ostacolo insormontabile, basta semplicemente spostarsi da un’altra parte e commettere lo stesso tipo di reato. Diverso è, invece, la presenza di un occhio elettronico».

Il punto è che anche laddove le telecamere ci sono, molte non sono funzionanti, nonostante i proclami del Comune che ha più volte annunziato di aver ottenuto i finanziamenti e di aver attivato gli impianti.

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