Pontecagnano Faiano, omicidio Marzia: chiuse le indagini per la Vacchiano e il marito Noschese

Sei i capi di imputazione contestati ai due indagati dalla procura di Salerno

Marzia Capezzuti prima dei maltrattamenti
Marzia Capezzuti prima dei maltrattamenti
Martedì 19 Dicembre 2023, 06:35
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Barbara Vacchiano e il marito Damiano Noschese, in carcere per l’omicidio di Marzia Capezzuti, sono accusati, tra l’altro, di aver posto la giovane donna milanese in uno stato di incapacità di intendere e di volere contro la sua volontà con maltrattamenti e violenze. È soltanto uno dei sei capi contestati alla coppia (difesa dagli avvocati Giovanni Gioia e Alessandro Pignataro) nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del pubblico ministero Licia Vivaldi. Il figlio minore, ricordiamo, è al momento sottoposto a giudizio, e precisamente è in attesa di perizia pschiatrica e fonica sul messaggio di autodenuncia inviato alla sorella Annamaria (a rappresentarlo ora è l’avvocato Pierluigi Spadafora che proprio di recente ha rinunciato alla difesa dei due genitori). Le altre contestazioni mosse alla coppia sono di maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, indebito utilizzo di carta di debito, omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Tutti reati commessi in concorso e, qualcuno, anche continuato. Resta ancora aperto, invece, il primo fascicolo di indagine nel quale erano indagati per i maltrattamenti (ancora non era stato ritrovato il corpo della vita della 29enne di Milano) anche gli altri due figli della coppia, Vito e Annamaria e altre due persone estranee alla famiglia. 
LE CARTE
Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari la procura di Salerno, coordinata dal procuratore Giuseppe Borrelli e dal vicario Luigi Alberto Cannavale, viene ricostruita l’intera vicenda dei maltrattamenti a Marzia ma il pm è chiaro e lancia anche accuse pesanti per «lo stato di omertà generale ingenerate nell’ambiente circostante mediante un costante clima di minacce e terrore idoneo ad ostacolare la pubblica e privata difesa». Viene ribadito che le violenze avvenivano anche davanti all’ultimo figlio della coppia di soli sette anni, e di come Marzia non fosse libera di mangiare neanche ciò che voleva. Nelle carte la procura, tra i tanti episodi di violenza, ricorda come alla giovane sia stato dato uno schiaffo da Barbara per aver provato a prendere una mela mentre era a tavola e di come il suo piatto fosse sempre condito con del peperoncino per renderlo immangiabile.

Marzia non poteva fumare, non aveva disponibilità dei suoi soldi - una pensione di invalidità -, prelevati indebitamente dalla Vacchiano e dai suoi familiari, di come fosse apostrofata con parolacce e epiteti poco gradevoli, costretta a fare i servizi, a raccogliere per strada gli escrementi dei cani del figlio Vito davanti casa.

Quindi si racconta di come i vicini da un anno prima della sua scomparsa non sia stata più vista ma che di lei si sentivano soltanto i lamenti per le torture subite.

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