Costiera amalfitana: il comitato che dice no al tunnel Maiori-Minore espone le sue cinque contestazioni

Per il comitato no tunnel Minori-Maiori ci sono motivazioni di impatto ambientale ed economico oltre che un forte rischio idrogeologico nella zona

Il progetto del tunnel Minori-Maiori
Il progetto del tunnel Minori-Maiori
di Mario Amodio
Domenica 10 Marzo 2024, 06:50
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Cinque ragioni per dire no alla galleria Maiori - Minori. Sono state snocciolate dal comitato che si oppone alla realizzazione dell’opera pubblica e per ciascuna è stata prodotta una motivazione. A cominciare dagli aspetti paesaggistici, passando per quelli urbanistici e di tipo idrogeologico. Fino ad arrivare alle ragioni di tipo sociale e tecnico economico. «Investire 22 milioni di euro per risolvere un problema localizzato di traffico, ammesso che esista, è un’operazione razionalmente non sostenibile - dicono dal comitato “Not_No al Tunnel Minori-Maiori” formatosi spontaneamente lo scorso mese prima dell’inizio delle indagini geognostiche previste da Anas lungo il tratto tra la Torricella e il centro urbano di Minori e il progetto intende pedonalizzare - Il tratto di strada che si vorrebbe bypassare, fatta eccezione la curva ove si affaccia la torre “Mezzacapo”, è sufficientemente largo da consentire la circolazione lungo i due sensi. Il semaforo installato di recente potrebbe essere eliminato praticando un semplice allargamento della carreggiata come avvenuto in altre strettoie lungo la statale. Così come il percorso pedonale potrebbe essere agevolato con un allargamento del marciapiede esistente con una spesa immensamente inferiore di quella stanziata per la galleria». E questo per l’aspetto puramente tecnico economico, mentre per le ragioni di tipo sociale il comitato preconizza «conseguenze funeste» per tutte le attività imprenditoriali e turistiche. «L’esecuzione dei lavori graverà sul già deficitario sistema di trasporto costiero, procurando disagi per pendolari e studenti - dicono - Infine non si conoscono gli effetti sulla salute degli abitanti derivanti dall’estrazione di milioni di metri cubi di roccia, con la produzione incessante di polveri sottili e con la possibilità della dispersione nell’ambiente di materiale tossico, potenzialmente cancerogeno. Effetti finora completamente ignorati e di incalcolabile danno sociale». Tra le cinque ragioni snocciolate in una nota anche quelle di tipo paesaggistica e urbanistica.

«La costa d’Amalfi, dal 1997 è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio dell’umanità e tra i criteri di scelta vi è quello dell’integrità. Il progetto andato in gara, sostituisce la parte est del lungomare di Minori con la rampa di uscita dalla galleria. E anche “ammorbidendo” l’ingresso sul fronte mare i due enormi trafori costituirebbero, inutili, artificiali ed inaccettabili ferite nell’orografia del territorio - dicono - Mentre per l’aspetto urbanistico sarebbe auspicabile un sistema di spostamento a basso impatto ambientale che favorisca la manutenzione del territorio e non la sua violazione. Perché la mobilità in Costa d’Amalfi ha altre esigenze: riconversione verso i vettori ecologici, limitazione delle correnti di traffico e agevolazione dei collegamenti verticali o via mare». Infine l’aspetto idrogeologico che in Costa d’Amalfi è molto significativo. «Lo svuotamento della sezione della roccia sarà una chiara minaccia per il sovrastante abitato della frazione “Torre” e per lo stesso camminamento sottostante»,dicono dal comitato. Infine, il tunnel andrà a lambire uno dei più straordinari siti : la Grotta dell’Annunziata, già puntualmente vincolata».