Paziente morto in psichiatria,
il giudice: indagate ancora

Paziente morto in psichiatria, il giudice: indagate ancora
di ​Pasquale Sorrentino
Lunedì 21 Maggio 2018, 06:45
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SANT'ARSENIO - Morì dopo un Tso nel reparto di psichiatria di Sant’Arsenio, il Tribunale ha respinto la richiesta di archiviazione delle indagini presentata al pm. È il caso di Massimiliano Malzone morto l’otto giugno 2015 a Sant’Arsenio. La famiglia si era opposta alla richiesta di archiviazione delle indagini sulla morte del 39enne di Montecorice, avvenuta dopo 12 giorni di ricovero. «Non si può archiviare il caso, ci sono tanti aspetti che vanno approfonditi», aveva fatto sapere l’avvocato Michele Capano. Il giudice Rosamaria De Lellis ha disposto ulteriori indagini al pm per lavorare sull’ipotesi di omicidio colposo ai danni dei sanitari. Capano aveva chiesto di non archiviare il caso e presentato una relazione medica di parte, redatta dallo psichiatra Orsano.

Il pm, il 16 giugno del 2017, aveva richiesto l’archiviazione, a carico di ignoti, per omicidio colposo. La famiglia presentò opposizione il 6 luglio dello scorso anno. Dall’analisi dei fatti, le conclusioni della Procura non appaiono condivisibili dal Tribunale secondo quanto sostenuto dal giudice. Dalla lettura degli atti – si legge sul dispositivo del Tribunale di Lagonegro, «risulta incontrovertibile la circostanza che l’arresto cardiaco che ha condotto alla morte Malzone sia stata una conseguenza diretta dell’azione sinergica dei vari medicinali neurolettici somministrati alla vittima, dal 28 maggio, durante la degenza in regime di Tso». Secondo il giudice dall’analisi del diario clinico è «evidente l’omissione dei sanitari nelll’attuare la regola cautelare: seguire costantemente le condizioni cardiologiche del paziente». Inoltre fu sottoposto a un solo ecocardiogramma il 30 maggio 2015, alle 8,30. Il personale avrebbe potuto effettuare ulteriori controlli in periodi di tranquillità che emergono dal diario clinico. Da qui l’opposizione all’archiviazione delle indagini. 
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