«Mio figlio, disabile, rifiutato in ludoteca», scoppia il caso a Cava de' Tirreni

La proprietaria della struttura avrebbe sostenuto di non avere una persona da dedicare all’assistenza

Una ludoteca
Una ludoteca
di Simona Chiariello
Giovedì 14 Dicembre 2023, 07:00
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Chiama una ludoteca per prenotare un paio ore di svago e giochi per il figlio disabile ma la proprietaria non lo accetta perchè, riferisce al telefono, non ha una persona ad assisterlo. Il fatto, accaduto nei giorni scorsi ad una mamma di Cava de' Tirreni, ha provocato la dura reazione di molti concittadini e della consigliera comunale, nonché presidente della commissione pari opportunità, Filomena Avagliano

«Come madre di una ragazza disabile e come presidente della commissione pari opportunità, faccio mio questo grido di dolore e mi sento sopraffatta. È successo anche a noi, anche mia figlia è stata cacciata da una ludoteca. Questa cosa è inaccettabile, chi decide di operare con i bambini, come cardine deve avere l’inclusione. Se escludo non dovrei pensare di lavorare con loro». E continua: «Tutti noi cittadini perbene dobbiamo chiedere che vi sia vera inclusione, magari potremmo mostrare a queste persone che cosa è la disabilità. Sono convinta che vi sia tanta ignoranza e che magari conoscere i ragazzi disabili mostrerebbe loro quanta normalità c’è nella disabilità. So che non tutti sono così mi auguro che episodi del genere scomparissero e che ci ricordassimo che siamo tutti diversi. Solidarietà a questa mamma e al suo splendido ragazzo. Se non puoi essere un albero sii un fiore, il più bello di tutto il giardino, fioriamo per dispetto». 

La mamma del bambino escluso dal centro ricreativo preferisce mantenere il riserbo, specificando che un’altra ludoteca cittadina ha accolto suo figlio. La donna in un post aveva raccontato di aver chiamato la prima struttura cavese per portare il figlio il giorno dopo, vista la necessità di accompagnare il fratello ad una visita medica. La proprietaria avrebbe prima chiesto se era accompagnato da una persona e poi avrebbe accampato una serie di scuse, etichettando il ragazzino come quei «bambini così così». Una frase che scuote gli animi, in primis quello della madre constatando quanti sono ancora gli ostacoli che i disabili e le loro famiglie devono superare. Numerose le manifestazioni di solidarietà, tra cui quella del sindaco Vincenzo Servalli che ha condiviso l’intervento del consigliere Avagliano. In tanti puntano l’indice contro una sottocultura fatta di ignoranza e pregiudizi.

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«Chi lavora con i bambini - commenta una mamma - può trovarsi a gestire situazioni difficili non perché è disabili, o perché ha gli occhi marroni o i capelli blu. Bisogna essere formati adeguatamente e nel caso ci si trovi in difficoltà si chiede aiuto. La chiusura a priori, il rifiuto senza conoscere vuol dire solo ignoranza e purtroppo nonostante le belle parole con cui ci riempiamo la bocca, ancora esiste».

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