Un Cristo moderno, il messaggio di pace per l’umanità di Mangone attraverso la pittura

L’artista rielabora la "Risurrezione", in un excursus tra i più grandi Maestri della storia dell’arte

L'omaggio di Mangone alla Resurrezione di Cristo in notturna
L'omaggio di Mangone alla Resurrezione di Cristo in notturna
di Barbara Landi
Giovedì 28 Marzo 2024, 18:26
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Una spiritualità ancestrale, in cui la vita vince sulla morte. É un Cristo moderno, quello di Fernando Mangone: la metafora di un uomo dilaniato dall’orrore, da cui si eleva, però la luce divina. Il male che vince sul bene, nell’eterna contrapposizione tra la croce e la luce. Cristo risorto diviene simbolo di rinascita, di trasfigurazione e di purificazione. L’arte assume un valore universale, per lanciare un messaggio di pace al mondo, martoriato dalle guerre e dall’odio.

Il pittore originario delle aree interne della Campania celebra così la “Resurrezione di Cristo”, tra i temi dominanti della storia dell’arte, in un excursus pittorico ideale tra alcuni dei più grandi capolavori che si muove attraverso i secoli, da Giotto a Chagall, rivisitato però con il suo stile unico e irripetibile.

E lo fa attraverso la sua pennellata, veloce e istintiva, sintesi artistica estrema di Mangone e suo segno distintivo: «Forte e virulenta – afferma l’artista - perché per me ogni pennellata è un’opera d’arte in sé, nata da un esercizio costante, quotidiano, quasi ossessivo della pittura».

Il maestoso polittico dedicato alla Risurrezione domina le pareti del Museo MAM, il museo personale che Mangone ha creato a Buccino, nel cuore della sua terra natale, dove è rientrato dopo anni trascorsi all’estero in esplorazioni internazionali.

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Dal Trecento all’epoca moderna: le tele ripercorrono la rappresentazione sacra dell’ascesa del Cristo dopo la passione e la morte, quasi a comporre un manuale visivo di storia dell’arte, documentando l’evoluzione della pittura dei più grandi Maestri, ma rivoluzionati, trasformati attraverso la pennellata multidimensionale di Mangone, offrendosi visioni differenti, a seconda del grado di luminosità.

Gli spazi, infatti, prendono forma anche di notte, attraverso i colori brillanti, fluorescenti e fosforescenti.

Tutto è arte, tutto è istinto.

«È un percorso artistico attraverso cui celebro i miei ‘personali maestri’ per lanciare un messaggio di spiritualità e di riscoperta degli archetipi e dei rituali etnoantropologici e identitari – spiega Mangone - Pittori straordinari a cui ho attinto, fin da giovane studente dell’Accademia di Belle Arti. Mi sono trasferito a Firenze per ammirare Giotto, ideatore della prospettiva e signore dello spazio, dei colori e dei volumi. Questo viaggio catartico ideale rivolto al bene e alla rinascita prosegue con Piero della Francesca, precursore del Rinascimento con le sue architetture. E ancora le raffinate espressioni di Beato Angelico, Tiziano, Bronzino, Raffaello, Caravaggio innovatore straordinario con i suoi studi sulla luce. L’itinerario continua con El Greco pioniere dell’espressionismo, Rembrandt, fino ad arrivare a Marc Chagall, cubista, pittore di sogni, fiabe e storie impossibili. È il mio omaggio a Gesù, alla divinità. La pittura per me è un dono attraverso cui celebro la vita, la natura, racconto le meraviglie del mondo e ripropongo il grande passato in chiave contemporanea, rendendolo assolutamente diverso. Cristo Risorto è una grandiosa immagine di salvezza, di liberazione Nell’opera di Chagall, Cristo tende le sue braccia verso il mondo in un abbraccio profetico come per proteggerlo dalle avversità e dal male che sempre si abbatte sul genere umano. La forza e la potenza di questa sacra immagine, percorsa dalla luce e dal movimento, ha la straordinaria capacità di legare tutto, dolore e morte, serenità e pace interiore, desiderio di bene ed eternità. Dipinto di grande attualità, specchio ed icona dei nostri travagliati giorni».

La pittura di Mangone diventa metafora della contemporaneità, con l’urlo di dolore che arriva dai conflitti che assillano oggi il mondo.

«L’arte non può essere indifferente. È sublimazione del bene, è un messaggio per l’umanità, è condivisione emotiva», afferma Mangone, che reinterpreta, inventa, cancella e sostituisce, aggiunge ed elabora, attraverso la sua personale ricerca estetica, libera, autonoma, fuori da qualsiasi canone.

L’arte è un flusso creativo continuo, instancabile: Mangone dipinge di notte e di giorno, senza avvalersi di nessun disegno o bozzetto preparatorio. Traccia direttamente con la sua pennellata impressioni e suggestioni lasciando poi al colore, spontaneo e fluente, il compito di riempire gli spazi. La sua pittura è immersiva, cattura lo spettatore, lo ingloba, lo proietta in una dimensione altra, per provocare una reazione. Rivoluzionario e ribelle.

«Devo ringraziare Picasso perché ha liberato la pittura e Pollock, fondatore dell’espressionismo astratto o action painting. Il mio è un gesto istintivo, fisico», insiste Mangone muovendosi attraverso le stanze del MAM, un museo vivo, dinamico, dove nulla è statico.

 

 Le immagini, percorse sempre dalla luce e dalla forza cromatica, e le sue figure leggere e delicate, raffinate e sospese, trasmettono all’osservatore attento e sensibile una specie di raccoglimento, un senso di religioso silenzio ed invitano ad entrare in se stessi, alla forza primigenia dell’essere.

Le tele, le pareti, i soffitti sembrano prendere vita ed acquisire un movimento interiore, quasi una trasposizione metafisica attraverso la luce diffusa e persistente che proviene dalla materia stessa e si irradia poi a tutti i dipinti, luce che quasi trasfigura la realtà liberandola da pesi e strutture per giungere ad una visione tutta interiore del mondo e delle cose.

La Risurrezione di Cristo, nell’interpretazione di Fernando Mangone, diventa particolarmente attuale, viva, moderna e contemporanea e ancora una volta torna a ricordarci la bellezza dell’arte, la sua forza immediata e propulsiva, l’unica veramente in grado di salvare l’umanità e risorgere finalmente da una cultura di violenza e di morte.

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