Pronto soccorso come una trincea, ammalati sistemati per giorni nei corridoi. Non ci sono posti letto per i ricoveri. Bloccate anche le ambulanze. «Mia madre è stata su una barella per oltre una settimana con problemi respiratori», denunciano i familiari dei pazienti dell’ospedale di Sarno. Persone sulle lettighe nei corridoi, ambulanze del 118 costrette a fermarsi e ad attendere tra l’ingresso e la rampa di accesso al Martiri del Villa Malta di Sarno piena.
L’ospedale è di nuovo in emergenza con decine di persone che aspettano un posto letto per il ricovero.
«Mia madre è stata in pronto soccorso dal 26 febbraio e fino a pochi giorni fa con gravi problemi respiratori - spiega il figlio di una paziente ora trasferita - non si riusciva a trovare un posto letto in nessun ospedale per il ricovero. Una situazione davvero oltre il limite non solo per i pazienti, ma anche per i medici ed il personale, perché così non si riesce a lavorare. Ho visto operatori davvero in grande difficoltà cercando di garantire assistenza a decine di persone. Ci sono stati anche momenti di forti tensioni. Qualcuno deve fare qualcosa ed intervenire sia per la dignità degli ammalati e per garantire il diritto alla salute, sia per le condizioni in cui si lavora in un pronto soccorso».
«Mia sorella è stata in ospedale per un problema grave di ipertensione ed è rimasta per giorni in pronto soccorso - spiega un altro familiare - è stata monitorata ma c’era necessità di ricoverarla. È inutile dire che nei corridoi non c’è privacy per un paziente. Un ospedale del genere non può funzionare in questo modo». Il pronto soccorso di Sarno è un riferimento importante, l’ospedale infatti serve un bacino di utenza molto ampio, tra l’Agro sarnese nocerino, i paesi del vesuviano e del nolano. Numeri che hanno rappresentato una vera criticità di gestione con la carenza di personale. Ed oggi, anche con il supporto di nuovi camici bianchi, è necessario potenziare ulteriormente la rete di emergenza urgenza.
Un nodo resta la risposta territoriale: sono centinaia, infatti, i codici bianchi e verdi che arrivano in ospedale ingolfando ulteriormente l’emergenza.