Papa Francesco all'Angelus: «Il disarmo è un dovere morale, pensate davvero di costruire un mondo migliore?»

Papa Francesco all'Angelus: «Il disarmo è un dovere morale, pensate davvero di costruire un mondo migliore?»
di Franca Giansoldati
Domenica 3 Marzo 2024, 13:45 - Ultimo agg. 16:10
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«Il disarmo è un dovere morale». Papa Francesco osserva la corsa agli armamenti che si intravedono all'orizzonte e chiede di andare avanti con la via diplomatica per trovare una soluzione ai conflitti in corso, ricordando che a Gaza ci sono «migliaia di morti e feriti, di sfollati, le immani distruzioni che causano dolore con conseguenze tremende sui piccoli. Mi domando se davvero si pensa di costruire un mondo migliore in questo modo? Davvero si pensa di raggiungere la pace? Basta per favore, diciamo tutti 'basta per favore. Fermatevi». 

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All'Angelus il conflitto in Ucraina e quello a Gaza sono tornati di nuovo al centro delle riflessioni papali. «Incoraggio anche a continuare i negoziati per il cessate il fuoco.

Perché gli ostaggi siano subito liberati, i loro familiari li aspettano con ansia, e perchè la popolazione civile possa avere accesso sicuro al cibo». Da tempo la predicazione papale sottolinea che con le spese militari si potrebbero avviare tantissimi progetti umanitari e sociali. «Quante risorse vengono sprecate per le armi. La comunità internazionale comprenda che il disarmo è innanzitutto un dovere, un dovere morale, mettiamo questo in testa e questo richiede il coraggio da parte di tutti i membri della grande famiglia delle nazioni di passare dall'equilibrio della paura all' equilibrio della fiducia». 

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Sulla piazza stamattina sventolavano bandiere ucraine e arcobaleno. E' anche partito un lunghissimo applauso di sostegno. «Non dimenticate la martoriata Ucraina dove ogni giorno muoiono tanti e c'è tanto dolore». Il mondo, ha aggiunto Bergoglio, deve passare dall'equilibrio della paura all'equilibrio della fiducia. 

La riflessione sul Vangelo, invece, ha virato su altri argomenti. Francesco con voce ancora roca ha ripetuto che non bisogna fare della Chiesa un mercato. Per il cammino di quaresima ha invitato a uscire dal proprio isolamento quotidiano per pregare. «Pregando tanto, come figli che senza stancarsi bussano fiduciosi alla porta del Padre, non come mercanti avari e diffidenti. E poi diffondendo fraternità. Ce n’è bisogno. Pensiamo al silenzio imbarazzante, isolante, talvolta addirittura ostile che si incontra in tanti luoghi. Ad esempio sui mezzi di trasporto: tutti chiusi nei propri pensieri, soli coi propri guai, con gli orecchi tappati dagli auricolari e gli occhi affondati nei telefonini. Un mondo in cui non si dona gratis nemmeno un sorriso o una battuta di spirito: perché rassegnarci a questo? Facciamo noi il primo passo».

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