Raggi e gli incarichi Asl non dichiarati: rischio sanzioni

Raggi e gli incarichi Asl non dichiarati: rischio sanzioni
di Sara Menafra
Domenica 19 Giugno 2016, 09:19 - Ultimo agg. 16:05
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ROMA - Sarà probabilmente l'Anac a muoversi per prima nel valutare se e come sanzionare Virginia Raggi e le sue dichiarazioni almeno parzialmente omesse. L'autorità guidata da Raffaele Cantone potrebbe avviare nelle prossime ore un'istruttoria. Parallelamente, nei prossimi giorni potrebbe muoversi piazzale Clodio, anche se per il momento la Procura ha diffuso un comunicato in cui specifica che non è arrivata ancora nessuna denuncia e non è stato aperto alcun fascicolo. La lettura della normativa, in ogni caso, sembra più complicata del previsto almeno per quanto riguarda il codice penale mentre il quadro non sembra essere stato modificato dalle dichiarazioni che ieri pomeriggio la stessa Raggi ha affidato a Facebook.

LE NORME
Il fatto è ormai noto: la consigliera comunale ha omesso di dichiarare l'incarico presso la Asl di Civitavecchia di recupero crediti. Gli incarichi sono due uno del 2012 e uno del 2014 ma lei ne dichiara solo uno e solo nel 2015. Ieri, sul social network ha spiegato: «L'autocertificazione è del 2015 perché è nel 2015 che percepisco - come recita l'allegato - il relativo compenso». La normativa che sarebbe stata violata, però, ovvero la legge Severino sulla trasparenza nella pubblica amministrazione indica di pubblicare «i dati relativi all'assunzione di altre cariche, presso enti pubblici e privati e i relativi compensi». E stabilisce poi che chiunque violi la lettera d) dell'articolo 14 della legge subisce un'ammenda tra i 500 e i 10mila euro.

Insomma, la sola esistenza dell'incarico, retribuito o no avrebbe dovuto essere pubblicato. E se, come pare, quello del 2012 era in corso anche nel 2013 quando Virginia Raggi entra nell'aula Giulio Cesare, l'obbligo vale allo stesso modo. Posto che a fare questa valutazione dovrà essere l'Anac, perché è l'autorità anti corruzione ad occuparsi della violazione della legge Severino, non è chiaro se la Procura potrà muoversi oppure no. Posto che un fascicolo, all'arrivo della denuncia, annunciata da un'associazione di cittadini, sarà comunque avviato, i pm del pool dei reati contro la pubblica amministrazione potrebbero essere obbligati a fermarsi visto che, in linea di principio, quando un fatto è già punito da una sanzione amministrativa non interviene anche il codice penale.
 
IL SILENZIO ELETTORALE
Ieri, il Pd ha accusato anche Virginia Raggi di aver violato il silenzio elettorale e aver mentito. Deborah Serracchiani ha messo sulla sua pagina Facebook un video che parte da una dichiarazione della stessa Raggi nel corso della campagna elettorale nella quale la stessa diceva in effetti di aver lasciato ogni incarico come avvocato quando ha iniziato a fare il consigliere comunale: «Virginia Raggi ha detto il falso. L'ha scoperta il Fatto Quotidiano, non il Pd. Lei oggi si conferma #bugiarda». La violazione della legge elettorale è tutta da discutere. Di certo Raggi non si è limitata a spiegare la sua vicenda ma ha fatto un vero e proprio appello al voto che potrebbe rientrare in quelli apertamente vietali dalla legge sulle elezioni del 1956. Difficile dire se qualcuno le farà una multa e perché. La legge del 56 più volte evocata negli ultimi anni è stata violata piuttosto frequentemente, e non sempre è seguita una sanzione.

Il clima in ogni caso resta incandescente e molto dipenderà dall'esito del voto di oggi. Se Raggi vincerà la sua scommessa potrebbe ritrovarsi da sindaco a fronteggiare i possibili accertamenti da parte di Anac e Procura. Se per caso dovesse fallire molto probabilmente saranno i suoi a rinfacciarle l'unica regola che sicuramente ha rotto: il codice di autoregolamentazione sugli incarichi pubblici dei Cinque stelle.