Tweet anti-Renzi: erano
di lady Brunetta con falso nome

Tommasa Giovannoni Ottaviani con Renato Brunetta
Tommasa Giovannoni Ottaviani con Renato Brunetta
Giovedì 24 Novembre 2016, 17:16 - Ultimo agg. 26 Novembre, 08:52
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«Smontata la bufala di Beatrice Di Maio ora chiedete scusa!». Beppe Grillo su twitter rilancia un suo post sul blog sulla vicenda della presunta centrale del "cyberfango" ai danni del Pd che aveva indotto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti a rivolgersi alla magistratura.

La vicenda di Beatrice Di Maio, un account  twitter ritenuto a torto l'account chiave della cyber propaganda pro M5S, «non è né un ghost, né un fake, né un troll, né un algoritmo, né antani con lo scappellamento a destra. È lo pseudonimo dietro cui si cela Tommasa Giovannoni Ottaviani detta Titti, moglie di Renato Brunetta (lo ha scoperto Franco Bechis). Una figura del menga di queste proporzioni era difficile da immaginare», sostiene Grillo dopo il pezzo uscito oggi su Libero in cui si svela la ver identità di Beatrice Di Maio. «Hanno parlato di cyberfango, il Pd ha sprecato soldi pubblici con un'interrogazione parlando di 'una macchina del fango automatizzata per colpire il Pd' per chiedere se Di Battista o Di Maio ne fossero a conoscenza. Altri hanno parlato persino di 'hacker russi filo M5S'. Le comiche! Oggi nessuno di loro twitta più», aggiunge Grillo.

Per tutti Titti Giovannoni, anzi, Titti Brunetta, era lei che si celava (anche all'insaputa del marito, sostiene) dietro Beatrice Di Maio, l'account twitter da 14mila follower (chiuso qualche giorno fa) che, senza remore, attaccava quotidianamente l'intera squadra di governo e, in qualche caso, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Cinguettiì finiti, nei giorni scorsi, al centro delle accuse del Pd sul cyber-fango pro-M5S, con tanto di querela per diffamazione presentata da Lotti, tacciato in uno dei tanti post come «mafioso».

In tanti, in quei giorni, credevano che Beatrice Di Maio non esistesse. Invece è una donna in carne ed ossa, madre, arredatrice di interni e sposata con Renato Brunetta dal 10 luglio del 2011, dopo un lungo fidanzamento. I due, si racconta su alcuni media, si sarebbe conosciuti in un vivaio, dove si trovavano in quanto entrambi appassionati di piante. Ma in tanti ricordano invece il loro matrimonio, avvenuto a Ravello quando Brunetta era ministro della Funzione pubblica. Da allora, Titti Brunetta - romana, poco più che cinquantenne, bionda, sempre rigorosamente in eleganti tacchi alti - è balzata rarissime volte in cima alle 'side-story' della politica. Fino all'intervista a Libero di oggi con cui, bene o male, ha messo un suo timbro nel durissimo scontro M5S-Pd in vista del voto del 4 dicembre. 

«Vi siete bevuti la fake news della Stampa come i bambini che credono alla storia di Babbo Natale. Questa campagna diffamatoria contro il MoVimento 5 Stelle deve finire una volta per tutte. L'articolo de La Stampa con scritto "La procura indaga" e foto di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, è l'emblema di una campagna che va avanti da mesi», sostiene ancora il M5S.

«I cybercomplottisti del Pd, ora che è stata svelata l'identità dell'account twitter con il nickname Beatrice Di Maio, chiederanno scusa? Vogliamo parlare della denuncia del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti che, invece di pensare ai disastri del suo esecutivo, perde tempo con queste stupidaggini?», affermano in
una nota i capigruppo M5S di Camera e Senato, Giulia Grillo e Luigi Gaetti. 

«È di proporzioni epocali la figuraccia rimediata dai troll parlamentari del Pd», sostiene Carla Ruocco del Movimento 5 Stelle. «Ora stanno zitti, dopo i soldi pubblici e il tempo sprecati anche in Parlamento a inseguire il fantasma di una presunta "Spectre informatica" vicina al M5S? Una vicenda che farebbe ridere tutti a crepapelle se non ci andasse di mezzo il Paese e il comportamento di un partito di malgoverno che ha perso da tempo il contatto con la realtà. E che dire di Palazzo Chigi e del suo esponente di punta Luca Lotti? Querelare la satira e la libertà di pensiero è sempre grave e pericoloso. Diventa grottesco se abbinato a una campagna di disinformazione farlocca e costruita sul nulla ai danni di un movimento che è oggi il primo soggetto politico del Paese», conclude Ruoco.


 
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