Ucraina, il processo di pace è lontano: «Se gli ucraini depongono le armi, il Paese smette di esistere»

Ucraina, il processo di pace è lontano: «Se gli ucraini depongono le armi, il Paese smette di esistere»
di Emiliano Caliendo
Martedì 15 Marzo 2022, 21:12 - Ultimo agg. 16 Marzo, 07:01
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Alisa Muzergues è un’analista ucraina specializzata in Sviluppo globale. Attualmente è Associate Fellow presso il think tank francese Euro Créative. In precedenza, Alisa ha lavorato per numerose organizzazioni internazionali, tra cui l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), il GLOBSEC Policy Institute e la campagna informativa dell'UE "Stronger Together". Nel 2016, Alisa ha co-fondato il gruppo di esperti "Centro ucraino per la politica europea", che mira a facilitare le riforme in Ucraina e promuovere l'attuazione dell'agenda di associazione UE-Ucraina.

Dottoressa Muzergues, cosa accadrà in Ucraina nei prossimi mesi? A che punto sono i colloqui diplomatici?

«Al momento non c'è un processo di pace concreto. Sì, ci sono tentativi di negoziazione. Dopo tre incontri di persona tra la delegazione ucraina e quella russa, sono passati al formato online. L'ultimo risale al 14 marzo ma come i precedenti non ha portato ad una tregua. Gli unici accordi sono stati trovati per i corridoi umanitari e qualche cessate il fuoco temporaneo. Ma la conseguenza è stata che la stessa Russia non ha rispettato i negoziati. Ci sono notizie dal terreno di civili che cercano di scappare dall’orrore di questa guerra, bombardati durante le evacuazioni attraverso i corridoi umanitari, per cui sono state già aperte indagini da parte della Corte Penale Internazionale e la Corte Internazionale di Giustizia

Putin si aspettava di vincere subito?

«La Russia sperava in una guerra lampo quando ha iniziato un'invasione su vasta scala dell'Ucraina.

Lo vediamo dalla documentazione recuperata dai soldati russi catturati, dalle loro scorte di cibo e carburante, sufficienti solo per pochi giorni. Hanno completamente calcolato male la preparazione, non solo dell'esercito ucraino, ma anche l’ostilità di tutta la società ucraina. Putin non vuole trattare perché vede che gli eventi non si stanno sviluppando secondo i suoi piani.»

L'Ucraina potrebbe aderire all'Unione Europea o è solo una richiesta tattica da parte del governo ucraino?


«Gli ultimi numeri di un sondaggio condotto dall’istituto di sondaggistica Rating, risalente al primo marzo, ci dicono che il sostegno del popolo ucraino per un’adesione all’Unione Europa, ma anche alla NATO, non è mai stato così alto. L’86% degli ucraini sostiene l’adesione dell’Ucraina all’Ue e il 76% alla Nato. Comparato al periodo antecedente al conflitto, stando ai numeri del medesimo istituto, abbiamo avuto un aumento di quasi il 20%. Oltre questo, solo il 4% degli ucraini ritiene che nei prossimi anni il Paese non riuscirà ad entrare nell’Unione Europea. È chiaro che la gente vuole entrare nell’Unione Europea. Il gruppo di esperti CEPS con sede a Bruxelles ha comparato il modo in cui gli Stati dei Balcani, con lo status di Paesi candidati all'entrata in Ue, e i paesi dell’est Europa (Ucraina, Moldavia e Georgia), che hanno sottoscritto accordi di associazione, abbiano migliorato il livello di adeguamento alle norme e alle regole europee. E secondo alcuni criteri, Ucraina in primis, questi ultimi hanno fatto addirittura meglio».

Il tasso di approvazione del presidente ucraino Zelensky è aumentato tra i cittadini ucraini?

«Zelensky come figura politica ha sorpreso non solo gli europei ma gli stessi ucraini. Il suo coraggio durante questi giorni difficili ha stupito tutti, me inclusa. Penso che ci siano leader adatti per i tempi di pace ed altri per i tempi di crisi. Zelensky è uno di questi e sta mostrando tutto il suo potenziale nel corso di questa crisi. Il suo consenso personale e quello del suo partito, Servire il Popolo, è iniziato a crollare nell’ultimo anno a favore dell’ex presidente Poroshenko. Ma dall'inizio della guerra è riuscito a riconquistare il sostegno della maggioranza della popolazione.»

La propaganda russa è efficace in Ucraina come in Unione Europea?

«La gente non crede in nessuno dei miti alimentati dalla propaganda russa. Vedono chiaramente chi è l'aggressore ovvero le azioni dell'esercito russo in città come Kharkiv, Sumy, Mariupol e tutte le città dell'est dove la situazione si avvicina alla catastrofe umanitaria. Le persone rimangono senza elettricità, senza gas e le temperature notturne sono piuttosto rigide in questi giorni. Quindi può immaginare che, in quella situazione, qualunque propaganda useranno semplicemente non funzionerà.»

Che misure sta mettendo in campo il governo ucraino contro la disinformazione russa?

«Il governo ucraino ha lanciato un sito web e alcune pagine sui social network, dove vengono pubblicate foto e documenti dei militari russi morti e catturati in modo che i loro parenti possano trovarli.  In modo che le loro famiglie sappiano del loro destino, poiché il governo russo sta nascondendo la verità sulle loro perdite militari. Allo stesso tempo, credo che dobbiamo abbandonare l'illusione che la popolazione russa fraintenda completamente la realtà delle azioni russe in Ucraina. Perché sconsideratamente, molti di loro sostengono questa guerra anche se potrebbero fraintendere le vere intenzioni dietro di essa.»

Le sanzioni sono uno strumento efficace per fermare i piani del presidente russo Putin? E se così non fosse una “no-fly zone” sarebbe possibile?

«Le sanzioni sono uno strumento efficace a lungo termine, ma devono essere associate ad altre azioni immediate, compresa la fornitura di assistenza militare. Ci sono alcune ragioni per cui credo che le sanzioni siano efficaci: prima di tutto dobbiamo smettere di alimentare la macchina da guerra russa, dobbiamo indebolire la loro economia. Un altro punto sono le sanzioni agli oligarchi, la cerchia ristretta di Putin e le loro famiglie, che si godono una vita sontuosa in Occidente. Per quanto riguarda la chiusura del cielo e l'introduzione di una no-fly zone sull'Ucraina, questa è anche una delle richieste cruciali della società civile ucraina. Chiediamo aiuto ai nostri partner perché sappiamo che - anche se possiamo combattere l'esercito di terra russo in Ucraina poiché l'intera nazione sta cercando di resistere e difendere la propria terra - le nostre capacità di difesa aerea sono purtroppo deboli e abbiamo bisogno del sostegno dell'Occidente

Gli ucraini sarebbero disposti ad accettare una pace in cui possono perdere la Crimea e il Donbass?

«La leadership del paese non è d'accordo sui termini russi perché comprende chiaramente anche la volontà della società ucraina. E se mai scenderanno a certe condizioni queste non saranno accettabili per la maggior parte degli ucraini, e porteranno solo alla divisione del paese. In realtà significherebbe la continuazione della guerra con la Russia, ma solo a condizioni molto peggiori. Ovviamente, siamo tutti interessati a finire questa guerra il prima possibile e alla fine di questi orrori. Ma diciamoci la verità, non è l'Ucraina che ha iniziato questa guerra. E sappiamo molto bene quale premio vuole ottenere Putin con le sue azioni: la completa distruzione e subordinazione dello Stato ucraino. Ecco perché l'unico modo per noi di esistere è combattere ulteriormente. Voglio essere molto chiara su questo, se i russi deporranno le armi, non ci sarà più guerra, ma se gli ucraini deporranno le armi, non ci sarà più l'Ucraina.»

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