Prigozhin morto, chi era il leader Wagner nella lista passeggeri dell'aereo caduto in Russia. Era il «cuoco» di Putin

Il jet privato Embraer Legacy 600 è stato abbattuto dal fuoco della difesa aerea del ministero della Difesa russo nel distretto Bologovsky della regione di Tver

Prigozhin è morto? Chi è il leader Wagner presente nella lista passeggeri dell'aereo caduto in Russia
Prigozhin è morto? Chi è il leader Wagner presente nella lista passeggeri dell'aereo caduto in Russia
Mercoledì 23 Agosto 2023, 19:51 - Ultimo agg. 24 Agosto, 09:33
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Prigozhin è morto? L'agenzia russa Tass, citando Rosaviatsia, l'autorità dell'aviazione russa sottolinea che: «È stata avviata un'indagine sull'incidente aereo dell'Embraer avvenuto questa notte nella regione di Tver. Secondo la lista dei passeggeri, tra loro c'è il nome e cognome di Yevgeny Prigozhin». 

Cosa è successo

In precedenza, l'agenzia Tass aveva riferito che dieci persone erano morte dopo che un aereo privato si era schiantato nella regione russa di Tver, a nord di Mosca. L'aereo, in rotta da Mosca a San Pietroburgo, trasportava sette passeggeri e tre membri dell'equipaggio.

«A bordo c'erano dieci persone, tra cui tre membri dell'equipaggio. Secondo le prime informazioni, tutti a bordo sono morti», ha sottolineato il dipartimento. Si specifica che l'aereo stava volando da Mosca a San Pietroburgo. La caduta è avvenuta vicino al villaggio di Kuzhenkino. Al momento i soccorritori stanno effettuando le ricerche.

È chiamato «il cuoco di Putin», anche se in cucina non ci va più da tempo. Yevgeny​ Prigozhin è riconosciuto dall'Occidente come capo del gruppo di mercenari della Wagner, anche se lui ha sempre negato ogni legame. Ma chi è l'uomo che, a sorpresa, ha affermato che «l'opzione ideale sarebbe annunciare la fine» della guerra e «radicarsi saldamente» nei territori occupati? 

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Prigozhin, chi è il capo della Wagner

Le cronache pietroburghesi raccontano che tutto cominciò da un chioschetto di hot dog. Yevgeny Prigozhin non aveva neanche 30 anni ed era appena uscito di galera. Da quel chiosco la sua fortuna si moltiplicò rapidamente in una serie di ristoranti aperti nella città delle Notti bianche e poi in società di catering per il Cremlino e l'esercito. Così Prigozhin entrò nelle stanze del potere, conquistando il soprannome di «chef di Putin». E costruendo la potente brigata Wagner, braccio armato del presidente russo che, nella sua veste di milizia privata, è intervenuta in Siria, Africa e infine in Ucraina. 

La taglia

La FBI ha una taglia sulla sua testa per le ingerenze durante le elezioni americane. Il gruppo di Prigozhin, dopo aver combattuto per Putin in Siria, Libia e Repubblica Centroafricana, partecipa anche alla guerra di Ucraina. Per questo (e non solo), è finito in tutte le liste degli oligarchi russi sanzionati, nonostante lui continui a dichiarare di essere solo nel campo della ristorazione, proprietario del «New Island» (ristorante dove ha conosciuto Putin), del "Polenta", dei negozi "Museo della cioccolata", del villaggio "La Versailles del nord". Ha provato a negare anche l'evidenza dopo che la foto in Donbass è diventata virale, nonostante Vitalij Milonov, il deputato putiniano che ha postato la foto su VKontakte, si trovi nel Donbass dal 14 aprile. 

Il curriculum

Il cuoco di Putin ha avuto due vite. Era finito in carcere con l'accusa di sfruttamento della prostituzione, una volta uscito ha messo su un mini impero di bancarelle, che gli ha permesso di aprire il suo primo ristorante, il "New Island" ispirato ai battelli che galleggiano sulla Senna. Un'idea che piacque molto a Putin, che iniziò a organizzare nel locale pranzi e cene. Da quel momento Prigozhin è entrato nella cerchia dello zar, senza più uscirne.

Legandosi a Putin, piano piano lo chef esce dalle cucine e prende tutt'altra strada. 

Nel 2013 a San Pietroburgo nasce la Internet research agency, un palazzo nel quale vengono assunti giovani informatici incaricati di diffondere fake news. È la cosiddetta fabbrica di trolls, che nel 2016 viene ricollegata proprio a Prigozhin e che manipola le chat americane con messaggi filorussi e notizie che aumentano l'odio razziale. L'agenzia spinge per far perdere Clinton alle elezioni contro Trump. Anche in questo caso, l'ex cuoco nega coivolgimenti. 

Secondo un'inchiesta del Washington Post, Prigozhin sarebbe uno dei finanziatori dei separatisti filorussi del Donbass, nel quale combattono anche membri del gruppo Wagner. L'esercito ombra del Cremlino opera per Putin, che però lo muove a suo piacimento. Secondo il gruppo guidato da Navalny (l'oppositore numero uno di Putin in Russia), mentre il suo esercito combatteva in Siria, Prigozhin avrebbe ottenuto una percentuale della vendita del petrolio ricavato dai pozzi protetti dai mercenari. Della sua vita privata si sa poco o nulla. I suoi figli Pavel e Polina mostrano qualcosa sui social, stando bene attenti a non mostrare troppo. La casa si trova a Gelendzhik, proprio dove Putin si sarebbe fatto costruire un palazzo da un miliardo di euro. 

Il suo ruolo nella guerra

Con l'inizio dell'invasione russa, il 24 febbraio 2022, lo chef di Putin diventa uno dei protagonisti della guerra. In primavera Prigozhin si fa fotografare in mimetica, nel Donbass. Mettendo in chiaro, anche nei confronti del Cremlino, che l'operazione speciale si regge anche sulla Wagner e - a detta del suo fondatore - sui 50mila uomini da lui schierati. A novembre, la Wagner viene inclusa dall'Eurocamera nella lista delle organizzazioni terroristiche. Prigozhin risponde mostrando il suo regalo agli eurodeputati: la custodia di un violino, con dentro un martello insanguinato.

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Dall'Ucraina i video dello chef di Putin aumentano esponenzialmente, così come la crudezza delle immagini da lui postate. E anche le sue invettive: prima contro le colombe russe, poi contro i vertici militari, più volte tacciati di incompetenza. A partire dal ministro della Difesa Sergei Shoigu, colpevole a suo dire di aver abbandonato la Wagner sul fronte di Bakhmut senza munizioni né supporto aereo, e perfino di aver bombardato una sua base. È l'inizio della fine dell'idillio tra Prigozhin e il Cremlino. La marcia degli ammutinati verso Mosca del 24 giugno segna il punto di non ritorno: da quel giorno, per chi conosce le cose russe, Prigozhin diventa «un morto che cammina».

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