Gerusalemme, non si ferma la violenza: pugnalati 2 israeliani, ucciso l'assalitore

Gerusalemme, non si ferma la violenza: pugnalati 2 israeliani, ucciso l'assalitore
Venerdì 30 Ottobre 2015, 12:50 - Ultimo agg. 31 Ottobre, 17:27
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Due israeliani sono stati pugnalati a Gerusalemme da un assalitore che è stato colpito e ucciso dal fuoco di reazione delle forze di sicurezza. A Gerusalemme torna così la violenza dopo due settimane di calma relativa.



L'aggressione è avvenuta a una fermata della ferrovia leggera nel centro di Gerusalemme, dove un palestinese di 23 anni originario di un rione della parte est della città si è avventato contro due persone, ferendole. Uno dei feriti, secondo i media, sarebbe uno studente di una scuola religiosa ebraica. L'assalitore palestinese, dopo essere stato ricoverato in gravi condizioni, è morto in ospedale.



In Cisgiordania gli attacchi palestinesi contro i soldati israeliani non si sono fermati neanche ieri: due gli assalti con coltello nelle ultime ore (entrambi ad Hebron) e due gli aggressori uccisi dalla reazione delle forze di sicurezza. Nel mezzo dell'allarme ancora alto, la rivista ortodossa "Mishpaha" (Famiglia) ha pubblicato un appello in arabo che ha suscitato in Israele molte polemiche e non poche condanne.



L'appello chiede ai palestinesi di non pugnalare più gli ebrei timorati: molti di loro - sottolinea la rivista - non solo non vanno, per ragioni religiose, sul "Monte del Tempio" (Spianata delle Moschee) a Gerusalemme ma si oppongono alle visite di altri ebrei sul luogo. «Noi non entriamo - è detto - Allora, per favore, smettete di ucciderci». Un testo criticato in numerose reazioni perchè sembra lasciare via libera alle aggressioni ad israeliani non ortodossi. Fatto sta che tuttavia, rispetto alle settimane passate, Gerusalemme sembra vivere al momento, dopo le misure di sicurezza varate dal governo, una calma relativa senza attentati.



Gli assalti si sono spostati - come testimoniano gli ultimi giorni - in Cisgiordania soprattutto ad Hebron e anche a Gush Etzion, grande insediamento ebraico in Cisgiordania. E prendono di mira i soldati. Una situazione ininterrotta da giorni che, secondo gli analisti, non sembra destinata ad allentarsi se - sostengono - non interverrà un'iniziativa politica in grado di spezzare il gelo nelle relazioni tra le rispettive leadership. I ripetuti assalti nella zona di Gush Etzion hanno spinto - come segnalato da Ynet - il capo del consiglio regionale di Gush Etzion, Davidi Pereli, a chiedere all'esercito una «separazione netta» nella zona tra israeliani ebrei e palestinesi. Una mossa che in ogni caso - ha aggiunto il sito - avrebbe nella sua applicazione non poche ricadute e difficoltà. In questa ottica, va riportata l'indiscrezione pubblicata da Haaretz secondo cui il premier Benyamin Netanyahu avrebbe annunciato, in termini peraltro vaghi in sede di commissione alla Knesset, l'intenzione di introdurre una «corte speciale» dedicata agli episodi di sicurezza e terrorismo. Ipotesi peraltro subito respinta dal ministro di Giustizia, Ayelet Shaked.



Tra le misure del governo contro l'ondata di violenze, c'è stata anche quella della demolizioni delle case dei palestinesi coinvolti in attentati.
E la Corte suprema israeliana ha affrontato nella sua seduta odierna gli appelli presentati dai palestinesi contro 11 demolizioni in Cisgiordania e a Gerusalemme est. Così come a Ramallah le famiglie di 11 palestinesi di Gerusalemme uccisi dalle forze israeliane dopo aver compiuto attentati a civili e militari israeliani hanno chiesto alla leadership palestinese e alla comunità internazionale di premere su Israele perchè siano restituiti i corpi dei loro «martiri» per una «dignitosa sepoltura».
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