Pedopornografia online, identificate 6 vittime grazie all'analisi di 224mila immagini

Pedopornografia online, identificate 6 vittime grazie all'analisi di 224mila immagini
di Rosita Rijtano
Venerdì 29 Marzo 2019, 15:49 - Ultimo agg. 30 Marzo, 11:33
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Marco ha otto anni e da tempo lo zio abusa di lui per scattare foto e girare filmini che poi carica online. Immagini che hanno fatto il giro del mondo. Stessa storia per Veronica, nove anni. L'orco, nel suo caso, è il papà. Marco e Veronica sono nomi di fantasia, ma le loro storie sono vere. Sono due delle sei vittime di abusi sessuali identificate grazie a una task force contro la pedopornografia online messa in piedi dalla Polizia postale e delle Comunicazioni, con il supporto del centro anti-crimine informatico dell'Europol. Bambini che si trovano nel nostro paese e in Europa e che nelle prossime settimane vedranno finalmente finire il loro incubo. Nel Vecchio Continente si tratta della prima iniziativa del genere a livello nazionale. La partnership ha coinvolto 25 specialisti del settore che dal 13 al 14 marzo hanno lavorato insieme a Roma per dare un volto agli autori delle violenze sessuali e, soprattutto, a chi quelle violenze le subisce.

Un traguardo raggiunto grazie all'analisi di 224mila tra immagini e video forniti dai compartimenti regionali e dal servizio centrale della polizia. «Vittime di violenze atroci e non figurine o fotomontaggi», ha detto commossa Elvira D'Amato, responsabile del centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia della Polizia Postale, presentando gli obiettivi raggiunti. Più nel dettaglio: la task force ha permesso di individuare 106 serie di materiale pedopornografico, cioè che hanno per protagonista lo stesso minore, geolocalizzare — ovvero individuare il paese di provenienza - 11 vittime, e identificarne sei su cui gli investigatori sono già al lavoro. Inoltre, i dati analizzati sono stati caricati sull'International child sexual exploitation database (ICSE), il database sui bambini vittime di violenza sessuale dell'Interpol, e messi a disposizione per ulteriori indagini.

«In Rete assistiamo a un un incremento esponenziale delle immagini di questo tipo», è stato l'allarme lanciato da Giovanni Russo, sostituto procuratore della direzione nazionale antimafia. «Una proliferazione che fa leva sulla diffusione a catena dei contenuti» e che, ha aggiunto Nunzia Ciardi, direttrice della Polizia Postale, avviene non solo nella parte non indicizzata nella Rete, ma anche sui social network. Ciardi ha ricordato che dietro il fenomeno «di carattere transnazionale» c'è un business estremamente redditizio: «Per certe famiglie — ha spiegato — l'abuso diventa una fonte di reddito, per questo è necessario prestare la massima attenzione alle operazioni finanziarie sospette».
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