Migranti, la Francia non cede
Gentiloni: sviluppi insufficienti

Migranti, la Francia non cede Gentiloni: sviluppi insufficienti
di Alberto Gentili
Giovedì 13 Luglio 2017, 10:36 - Ultimo agg. 13:12
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Ancora una volta cade nel vuoto (o quasi) l' invocazione d'aiuto di Paolo Gentiloni. Emmanuel Macron, pur sorridente e cordiale, scandisce un «no» categorico ad aprire Marsiglia e gli altri porti francesi alle navi cariche di migranti. Ma si unisce, dopo un inaspettato mea culpa («sui rifugiati la Francia non sempre ha fatto la sua parte») al coro di belle parole intonato da Angela Merkel: «L'Italia sta affrontando un grande compito e noi siamo solidali con l'Italia».

La solidarietà però non frena gli sbarchi. E neppure ferma i barconi, in queste ore tornati numerosi. Così la cancelliera tedesca e il presidente francese, a bordo della nave scuola Palinuro ancorata davanti a piazza Unità d'Italia - nel breve trilaterale che ha preceduto il summit sui Balcani occidentali - offrono una contropartita al premier Gentiloni. Merkel e Macron si dicono pronti a trasformare l'asse Parigi-Berlino in un direttorio che comprenda Roma: «Lavoriamo a una rifondazione europea e faremo proposte concrete a breve, allargando il confronto all'Italia». L'unione di difesa e sicurezza, il completamento dell'unione monetaria, i primi temi in agenda. Gentiloni apprezza. Quando prende la parola si dichiara «fiducioso che i rapporti tra Italia, Francia e Germania possano dare un contributo molto rilevante alla stagione di rafforzamento dell'Unione». Ma subito dopo chiede e sollecita una «politica migratoria sempre più condivisa». E lancia un appello che suona ormai come un evergreen: «L'Italia ha fatto e continuerà a fare la sua parte sul tema del soccorso e dell'accoglienza, ma contemporaneamente si batte affinché la politica migratoria non sia affidata solo ad alcuni Paesi, ma sia condivisa da tutta l'Unione europea. Come gli interventi in Africa, le azioni nel Mediterraneo e la stabilizzazione della Libia».

Un istante dopo prende la parola Frau Merkel. Ecco l'impegno alla solidarietà. Ecco l'elogio, inedito, per «il grande compito che sta affrontando l'Italia, che ha fatto un lavoro fantastico per la registrazione e l'identificazione dei migranti». I famosi e tanto criticati hot spot nostrani. Ed ecco il chiodo fisso della Cancelliera, che si guarda bene di parlare di apertura dei porti (del resto la Germania non ne ha nel Mediterraneo) e si lancia in una piéce consumata: «Dobbiamo combattere le cause delle migrazioni. E la cooperazione con il Niger e con altri Paesi africani è molto importante, come è importante la stabilizzazione della Libia per fermare la tratta delle persone. L'Europa non può essere solo l'unione economica». Insomma, solidarietà, apprezzamento per gli hot spot e cooperazione in Africa. Non una sola però parola sul dramma degli sbarchi. A questo ci pensa Macron. Il presidente francese, arrivato con mezz'ora di ritardo perché impegnato a Parigi in una riunione del governo dedicata proprio al tema dell'immigrazione, mostra di essere preparato sul dossier. Comincia con il mea culpa: «La Francia non ha sempre fatto la sua parte sui rifugiati e ci impegniamo a fare di più, coniugando umanità con efficienza nella riallocazione di chi ha diritto all'asilo politico».

Poi Macron fa scattare l'altolà: «L'accoglienza dei rifugiati, di chi ha diritto all'asilo perché scappa dalla Siria o dall'Eritrea, è un dovere. Ma non possiamo accogliere uomini e donne che arrivano nei nostri Paesi per motivi economici. Sul piano morale non cederò allo spirito di confusione imperante». Attenzione: per l'Italia il vero problema sono i migranti economici, pari all'85% di coloro che sbarcano sulle nostre coste. Poco più tardi, conclusa la sessione pomeridiana del vertice sui Balcani occidentali («l'integrazione con l'Europa ci garantirà stabilità e pace»), Gentiloni traccia il bilancio. Bene il direttorio a tre: «È importante che Francia, Germania e Italia si riuniscano e condividano le idee per il rilancio dell'Unione europea». Male sui migranti: «Non sono soddisfatto. Non è possibile che l'impegno sia internazionale solo per il soccorso in mare e poi diventi esclusivamente italiano per l'accoglienza. Ci vuole un impegno europeo». Ancora: «La distinzione di Macron è legittima. E' vero che le regole per chi fugge dalle guerre, e ha dunque il diritto all'asilo, sono diverse da chi fugge da carestie e povertà ed è perciò un migrante economico. Ma questo fenomeno non può essere ignorato». Alla fine, come la diplomazia insegna, Gentiloni comunque preferisce guardare al bicchiere mezzo pieno: «In ogni caso stiamo facendo passi in avanti per bloccare all'origine i flussi e li stiamo facendo anche insieme ai francesi».