I lavoretti per la festa del papà quest’anno non ci sono stati e non ci saranno neanche quelli per celebrare le mamme. Nelle classi di una materna della Capitale i 200 piccoli non hanno portato a casa disegni o oggettini realizzati tradizionalmente nel giorno di San Giuseppe. Uno stop, riportano alcuni genitori, «al fine di favorire l’inclusione delle famiglie Arcobaleno». La storia viene raccontata da un gruppo di famiglie che sta raccogliendo firme per presentare un esposto al Comune di Roma, all’Ufficio Scolastico Regionale, nonché al Ministero dell’Istruzione. Succede nel quartiere Appio-Latino dove ieri pomeriggio, al suono della campanella alle 16, sui marciapiedi di via Latina le rimostranze di alcuni genitori si disperdevano tra il vocio dei bimbi.
LE CRITICHE
Secondo quanto spiega Cesare Longo, 48 anni, commercialista, papà di un bimbo di 5, «nella scuola comunale per l’infanzia “Ada Negri” già da giorni circolavano voci che non ci sarebbe stata alcuna celebrazione della ricorrenza, ma nessuna notizia ufficiale era stata comunicata».
La raccolta firme nel VII Municipio è partita ieri: «Abbiamo raccolto una quarantina di adesioni». Con l’esposto si chiede di accertare se «ci sono state violazioni delle direttive ministeriali e quindi di applicare le sanzioni previste». Sembra non ci sia una circolare ufficiale nella quale la scuola vieta i regalini per la festa del papà o della mamma. Quindi neanche documenti che ne spieghino i motivi. Il funzionario coordinatore pedagogico della scuola d’infanzia “Ada Negri”, Maria Cristina Liberi, ieri chiariva che non era autorizzata a rilasciare dichiarazione, ma ha fatto capire che la sua posizione è assolutamente pedagogica e non politica e da strumentalizzare, che le famiglie Arcobaleno non c’entrano e che sono state applicate le indicazioni nazionali del 2012 e il modello educativo dei nidi e delle scuole dell’infanzia del Comune. Ossia, la scienza pedagogica avrebbe superato il concetto di “lavoretto” da portare a casa, per concentrarsi invece sul processo educativo. La responsabile ha dato appuntamento il 26 ai rappresentanti di classe per chiarire direttamente la sua posizione. «Il messaggio della scuola è stato strumentalizzato - spiega Francesco Laddaga (Pd) presidente VII Municipio - la “Ada Negri” non si è mai riferita alle famiglie Arcobaleno, ha avviato un discorso educativo diverso sulle feste canoniche: è partito un laboratorio per realizzare lavori per la festa del papà e della mamma da presentare alle famiglie in un momento diverso da quello celebrato normalmente. Quindi, non è stata cancellata alcuna festa. È indubbio che i tempi moderni ci portano ad avere una attenzione particolare per tutti, come per chi ha perso il papà o la mamma, non si tratta di togliere nulla a nessuno, ma di includere tutti».
Tante le polemiche. «Non è giusto limitare i bimbi togliendogli la fantasia» dice Mario Rusconi, presidente sezione Roma Associazione nazionale presidi. Per Simona Baldassarre (Lega), assessore alla Cultura della Regione, «è la riprova della natura puramente ideologica di certe decisioni scolastiche». Chiede «chiarezza» la deputata della Lega Giorgia Latini. «È assurdo e discriminante cancellare una tra le ricorrenze più sentite, annullando la figura del padre e della madre in nome del politicamente corretto» ha detto Marco Perissa, deputato FdI. «Siamo costretti, ancora una volta, ad assistere a scenari ideologici e infondati» ha dichiarato Laura Corrotti, consigliere regionale FdI. E ancora: «Ritengo folle e inaccettabile quanto accaduto» ha detto Federico Rocca, consigliere capitolino FdI. Per gli esponenti della Lega, il segretario romano Angelo Valeriani e il vice Maurizio Politi, «si tratta di una scelta frutto di esclusivo furore ideologico e voglia di farsi pubblicità sulla pelle dei bambini».