Commerciante ucciso a Milano, la svolta dopo due anni: la figlia indagata come mandante

Commerciante ucciso a Milano, la svolta dopo due anni: la figlia indagata come mandante
Commerciante ucciso a Milano, la svolta dopo due anni: la figlia indagata come mandante
Martedì 26 Giugno 2018, 17:37 - Ultimo agg. 19:10
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Maurizio Pozzi, commerciante di 69 anni, fu trovato morto nel suo appartamento di Milano, in via Gian Rinaldo Carli: era febbraio 2016 e per oltre due anni gli inquirenti hanno lavorato giorno e notte per capire chi lo aveva ammazzato. Inizialmente si era ipotizzata una caduta accidentale in casa, ipotesi caduta dopo che l'autopsia aveva evidenziato che si trattava di omicidio: e in questi giorni la svolta, con il pm Antonia Pavan che ha chiesto l'arresto della figlia della vittima, Simona Pozzi, 45 anni, il cui nome è ora nel registro degli indagati.

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Simona aveva sempre lavorato (e ha continuato anche dopo l'omicidio) nel negozio del padre in via Pellegrino Rossi. La donna sarebbe stata, secondo la Procura di Milano che ha chiesto per lei la misura cautelare in carcere (negata dal gip Franco Cantà Rajnoldi, che non ha ritenuto sufficienti le prove a supporto della tesi), la «mandante» dell'omicidio di suo padre. Omicidio che sarebbe stato commesso da una persona allo stato ignota, si è saputo nell'ambito dell'inchiesta coordinata dai pm Alberto Nobili e Antonia Pavan e condotta dalla Squadra mobile.

 

 

Secondo le indagini, terminate quasi un anno fa (la misura cautelare è solo a carico della Pozzi), la donna, sposata e che lavora nello storico negozio di scarpe dei egnitori in zona Affori avrebbe litigato spesso col padre per questioni economiche. A lui Simona avrebbe chiesto continuamente soldi. Inoltre, nella richiesta di misura in carcere, gli inquirenti le hanno contestato anche un altro tentato omicidio, sempre come mandante e sempre nei confronti del padre, avvenuto a Bergamo nel 2014: in quel caso però l'esecutore materiale era stato arrestato, ma lei non era stata individuata come colei che avrebbe commissionato il pestaggio.

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Pozzi il 5 febbraio 2016 venne trovato morto in casa e l'autopsia accertò che era stato colpito alla testa almeno otto volte con un oggetto contundente mai ritrovato. Per il gip, tuttavia, non sono state raccolte prove sufficienti per attribuire alla donna il ruolo di mandante nell'omicidio o nel tentato omicidio di due anni prima.
I pm hanno dunque fatto ricorso al Riesame, l'udienza si è tenuta nei giorni scorsi e ora si attende la decisione dei giudici (le parti poi potranno fare ricorso in Cassazione). 

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