Paolo Mainiero
Per il procuratore generale della Cassazione, Umberto Apice, non

Paolo MainieroPer il procuratore generale della Cassazione, Umberto Apice, non
Mercoledì 27 Maggio 2015, 03:13
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Paolo Mainiero
Per il procuratore generale della Cassazione, Umberto Apice, non ci sono dubbi: la competenza ad occuparsi della legge Severino è del giudice ordinario e non del Tar. Prima di lui, anche un altro procuratore generale, Luigi Salvato, nella requisitoria in vista dell'udienza di ieri davanti alle sezioni unite si era espresso in tal senso. La tesi della Procura è stata infine accolta: da fonti della Suprema Corte si apprende che i magistrati della Cassazione dopo una breve camera di consiglio hanno deciso che sulla Severino la competenza è del tribunale ordinario. A quanto si è appreso il consigliere relatore Stefano Petitti sarebbe stato sollecitato a scrivere la sentenza e a depositarla prima del week end, ma non è certo che questa indicazione possa essere rispettata data la complessità della materia.
Il risultato della decisione della Cassazione è che in Campania domenica si andrà alle urne senza sapere se, in caso di vittoria, Vincenzo De Luca, candidato del Pd, potrà effettivamente governare. Una situazione surreale, senza precedenti in Italia, che pesa come un macigno sulle elezioni perchè i tempi della giustizia ordinaria, se anche l'ex sindaco di Salerno dovesse presentare un ricorso d'urgenza, sono più lunghi e il rischio che la Regione resti senza guida c'è tutto anche perchè le procedure della Severino si intrecciano con lo Statuto regionale che a sua volta detta tempi ben precisi per la composizione della giunta. Stefano Caldoro, governatore uscente, attacca. «È caos istituzionale in Campania. No a candidati contro la legge», scrive su Twitter. A margine di una iniziativa elettorale, il governatore aggiunge: «Gli elettori votino chi la legge la rispetta e sta nelle regole». Ancor più netta Mara Carfagna. «L'orientamento della Cassazione - dichiara la portavoce di Forza Italia alla Camera - elimina di fatto qualsiasi alibi. De Luca non potrà più dire che in due ore il Tar lo riammetterà in carica. È la fine di una barzelletta. Per Renzi il problema sarà risolto da Stefano Caldoro vincendo le elezioni regionali».
A sollevare il caso della competenza davanti alle sezioni unite civili, presiedute da Antonio Rovelli, era stato il Movimento per la difesa del cittadino che aveva fatto un ricorso dopo il reintegro del sindaco di Napoli, deciso dal Tar (e confermato dal Consiglio di Stato) che aveva sollevato una eccezione di costituzionalità, destinata a decadere dopo il verdetto della Cassazione. Per effetto trascinamento, la questione finisce per coinvolgere anche De Luca ed è naturale che, con le elezioni alle porte, la stretta attualità prenda il sopravvento. Il verdetto è un punto fermo di un'intrigata vicenda politico-giudiziaria. Gianluigi Pellegrino, avvocato del Movimento difesa del cittadino non commenta perchè «le sentenze - spiega a Il Mattino - non si commentano e in questo caso non c'è neanche la sentenza». Pellegrino ribadisce invece tutte le ragioni del ricorso. «Vogliamo svelare l'ipocrisia della politica che fa le leggi e poi chiede alla stessa politica di disapplicarle - dice -. Abbiamo chiesto alla Cassazione di fare giustizia di questa ipocrisia perchè le leggi finché ci sono vanno applicate». Nessun commento neanche dall'avvocato Lorenzo Lentini che, con Giuseppe Russo, difende de Magistris (ma anche De Luca). Il legale ieri ha ribadito la posizione del sindaco di Napoli sulla competenza del Tar e non della magistratura ordinaria a occuparsi delle conseguenze della Severino. Fin quando non ci saranno atti ufficiali, la difesa di de Magistris resta prudente anche se c'è chi ricorda che la Corte di Appello di Bari, per un caso riguardante un consigliere regionale della Puglia, aveva accolto il ricorso contro la sospensione derivante dalla Severino e aveva sollevato la eccezione di costituzionalità. Insomma, entrambe le giurisdizioni, quella ordinaria e quella amministrativa, hanno dubbi sulla legge Severino. Sul piano giuridico la questione è aperta, sul piano politico è il caos. E domenica si vota.
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