Iia, il vescovo in corteo
con i lavoratori: «Subito risposte»

A Flumeri il vescovo di Ariano e Lacedonia, Sergio Melillo, alla testa dei sindacati e degli operai dell'Industria italiana autobus

Iia, il vescovo in corteo con i lavoratori: «Subito risposte»
di Michele De Leo
Giovedì 18 Aprile 2024, 00:10
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​​​​​​«Dobbiamo difendere una produzione e avere la garanzia che in valle Ufita si continueranno a produrre mille autobus all’anno». Le parole del segretario della Uil Luigi Simeone – arrivate durante l’iniziativa dei lavoratori della Industria Italiana Autobus che fa ripartire la mobilitazione – sottolineano l’obiettivo di sindacati e lavoratori dello stabilimento di valle Ufita. Tutti concordano sulla gravità della vicenda. Sono, però, solo una settantina i lavoratori che sfilano in corteo dal piazzale antistante lo stabilimento fino alla Dogana Aragonese, dove sono un centinaio gli addetti presenti.

Al loro fianco tutti i rappresentanti sindacali, il Vescovo della Diocesi di Ariano Irpino e Lacedonia Sergio Melillo ma pochi amministratori.

Ci sono i sindaci di Grottaminarda, Flumeri e Mirabella, Marcantonio Spera, Angelo Lanza e Giancarlo Ruggiero, la consigliera Laura Cervinaro in rappresentanza dell’amministrazione provinciale.

«Su questa fabbrica - dice ancora Simeone - si sta consumando un omicidio industriale: il segmento degli autobus per il trasporto pubblico ha mercato ma si vuole distruggere un’attività di produzione per consentire ad altri di realizzarla in altre parti». Il segretario della Uil ribadisce la necessità di individuare un partner industriale anche perché «dobbiamo vergognarci delle esperienze di gestione delle cose pubbliche su questo territorio, abbiamo responsabilità per come scegliamo i rappresentanti e per come li seguiamo nel modo di disamministrare» e sottolinea l’assenza dei consiglieri regionali e il silenzio dell’assessore Antonio Marchiello. «Continuiamo a litigare sui fondi di sviluppo e coesione - dice Simeone - senza interessarci su quanto avviene sul territorio perché dobbiamo avere una contrapposizione politica». I sindacati guardano alla manifestazione del 23 aprile a Roma e chiedono una partecipazione vera degli amministratori. «Dobbiamo fare rete – evidenzia Fernando Vecchione della Cisl -, essere tutti a Roma per difendere il lavoro ed un intero territorio». Il segretario della Fismic Giuseppe Zaolino rimarca come «dietro al fallimento di questa azienda ci sono responsabilità individuali che non possono essere pagate dai lavoratori», mentre il numero uno della Cgil Franco Fiordellisi chiarisce il rifiuto netto nei confronti di uno dei gruppi industriali che hanno presentato una manifestazione di interesse per la Industria Italiana Autobus.

«Diciamo no – dichiara – a chi ha fatto grandi danni in provincia, da Avellino a Nusco e Calitri». Quindi, chiama in causa il Governo che «si fregia di difendere il made in Italy ma affossa l’unica azienda strategica per il settore industriale del Paese. Non accetteremo decisioni calate dall’alto: ci deve essere una condivisione con le organizzazioni sindacali, i lavoratori ed il territorio». «Abbiamo bisogno – è la sintesi di Costantino Vassiliadis della Ugl - che il Governo ascolti il territorio anche perché non abbiamo al nostro fianco una rappresentanza politica».

I sindaci presenti sono concretamente al fianco dei lavoratori. «Dopo 13 anni – dice Lanza di Flumeri - siamo ancora a discutere di quello che potrà essere questa azienda: nonostante ci siano tutte le condizioni la Industria Italiana Autobus non riesce a decollare». «Questa – aggiunge Spera - deve diventare la battaglia delle battaglie. La lotta per la Iia va associata alla battaglia per la piattaforma logistica: il Governo tende a diluire sia la nostra animosità che la nostra forza, ci stanno fiaccando ed il rischio è quello di disperdersi». «Questa – dice il primo cittadino di Mirabella - è una battaglia che deve partire dal basso, dal territorio, dai sindaci e dalle organizzazioni sindacali ma non deve essere una battaglia politica».

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