Alfredo Guarino, avvocato napoletano che nel poco tempo libero ha il pallino della letteratura, ha presentato, con grande successo di pubblico, il romanzo breve Viviana, il 25 agosto nello scenario del panorama sul golfo di Napoli, che si gode dalla terrazza dell'hotel Cesare Augusto di Anacapri. È la storia di una umile donna, che nutre interesse per la letteratura, la quale, fra varie peripezie, riuscirà ad emergere nell'area del Sultano di Costantinopoli, trovando poi l'amore in un valoroso ufficiale della cavalleria turca, eroe nella guerra di Crimea accanto ai bersaglieri guidati dai fratelli La Marmora.
La vicenda si snoda, con particolare attenzione ai luoghi, agli oggetti, agli abiti ed ai costumi, fra Treviso, Costantinopoli e Parigi, fra un convento di suore, un'osteria e un harem, passando, come ha osservato Yvonne Carbonaro nel suo intervento, anche da cibo povero a cibo abbondante e poi a pietanze raffinate. Geppy Gleijeses, nella sua lectio, ha posto in rilievo come solo la maestria dell'autore sia riuscita ad infondere un tessuto narrativo coerente a luoghi così diversi. Di particolare significato il momento storico del racconto ambientato a Costantinopoli, quando fermenti innovatori e riformatori guidavano la politica del Sultano, aperto alla cultura occidentale ed alla laicizzazione dell'Impero turco, osteggiato violentemente dall'islamismo tradizionalista e conservatore. Viviana è al centro di tali contrasti, fra venti riformatori e velleità restauratrici dell'ordine consuetudinario. L'autore, poi, ha sottolineato come, nell'affrontare il tema della vita nell'harem, ha inteso volgere lo sguardo ai risvolti psicologici, alle interrelazioni personali, alle dinamiche emotive, più che ad una sequela di atti sessuali, pur non difettando il romanzo di momenti di intensa sensualità. I relatori, diffondendosi in una sapida critica del testo, hanno, ciascuno dal proprio angolo di visione, richiamato, di volta in volta, assonanze con Stendhal, Rea, Dickens, Eduardo, Bizet, Giordano Bruno, sollecitando la curiosità del pubblico, ma tutti hanno concordato sull’originalita' dell'opera.
Almerina Bove si è soffermata sulla passione di Viviana per i libri e sulla funzione didattica, di Maestra, della francese Suor Bernadette, che aveva incontrato nell'adolescenza e Lilia Petrachi ha descritto le emozioni che induce il testo, descrivendo amori, pudori, colori, sogni ed orgogli, che si rinvengono nel testo, mentre Riccardo Sgobbo ha tratteggiato la figura del Professore del Gran Cagnan, il mistero di Suor Bernadette e la forza di attrazione femminile di Viviana, contrastato dall'abile moderatrice Daniela Farone, che in Viviana ha esaltato piuttosto la forza del carattere.