Pompei, partono i cantieri nell'insula meridionale: presto la messa in sicurezza

Al lavoro geologi, antopoligi e archeobotanici

Le terme di Sarno a Pompei
Le terme di Sarno a Pompei
di Giovanni Chianelli
Sabato 6 Aprile 2024, 09:00 - Ultimo agg. 7 Aprile, 09:30
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A Pompei anche l’orma di un sandalo e l’impronta di una fune hanno valore. Durante gli scavi potrebbero essere spazzate via, considerando gli innumerevoli reperti che il tempo ha lasciato sotto la lava: eppure, secondo Paolo Mighetto, l’architetto che dirige i lavori di scavo del parco archeologico più famoso del mondo, «una giusta conservazione deve rispettare anche tracce apparentemente semplici come queste. Fotografano il momento dell’eruzione quanto case, oggetti, corpi umani». 

Ieri è stato presentato il progetto di messa in sicurezza dell’insula meridionale, l’area che dal foro triangolare conduceva al tempio di Venere. Una parte che si estendeva verso il mare, interessata da vari dislivelli tra la zona alta e quella bassa dell’antica città: «Si tratta dell’intervento più importante dell’ultimo decennio, all’interno del progetto Grande Pompei», spiega l’ingegnere Vincenzo Calvanese, responsabile dei lavori. «Per la complessità logistica e la grande superficie coinvolta, 19.000 mq, oltre 500 metri lineari di lunghezza del fronte delle operazioni, con quasi 20 metri di variazione altimetrica.

Un impegno articolato che coinvolge, oltre che decine di maestranze specializzate, antropologi, giardinieri, archeobotanici, geologi».

La ristrutturazione costa 32 milioni di euro, parte adesso e procederà fino al 2027; il progetto era stato varato già nel 2015 ma ha subito rallentamenti sia per la pandemia che per i ricorsi delle ditte che non avevano vinto l’appalto (se lo sono aggiudicato la De Marco srl e Minerva restauri). Due sono le finalità principali, spiega ancora Calvanese: «Evitare crolli mentre gli scavi vanno avanti, e permettere, nel prossimo futuro, l’ampliamento della fruizione dell’area archeologica. A lavori conclusi potrebbero esserci un nuovo percorso di visita, nel giardino di casa Championnet, e il raddoppio della scala di uscita dal tempio di Venere».

Per Mighetto «il progetto coinvolge una porzione significativa dell’intera storia di Pompei, quella delle mura. Parliamo di un arco cronologico lunghissimo, dai primi insediamenti intorno all’ottavo secolo a.C. fino all’eruzione».

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Cruciale è la messa in sicurezza dell’area archeologica, soprattutto dopo i disastri del decennio precedente, si pensi al crollo nella palestra dei gladiatori, simbolo del degrado che si era raggiunto a Pompei: «Ciò che è accaduto ci insegna a ragionare non sul regime di emergenza ma sulla manutenzione continua, con una programmazione di piccoli interventi da fare periodicamente». 

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