Napoli, laurea alla memoria di Fulvio Filace, lacrime e rabbia alla Federico II: «Vogliamo giustizia»

L’ateneo napoletano ha scelto di rendere memoria al 25enne morto in Tangenziale

I genitori di Fulvio Filace
I genitori di Fulvio Filace
di Alessio Liberini
Martedì 20 Febbraio 2024, 19:48 - Ultimo agg. 20:07
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Nell’aula magna il silenzio è spezzato solo dalle lacrime dei tanti presenti e il dolore si mescola inevitabilmente alla rabbia. È una laurea senza festeggiato e ancora senza giustizia quella che si è celebrata oggi nella Facoltà di Ingegneria della Federico II di Napoli per ricordare Fulvio Filace, lo studente morto lo scorso giugno a seguito dell’esplosione del prototipo di auto ibrida sul quale viaggiava, sulla Tangenziale di Napoli, insieme alla ricercatrice dell'Istituto Stems del Cnr Maria Vittoria Prati.

Ad otto mesi dalla tragedia, annebbiata da ombre e silenzi imbarazzanti fin dal primo giorno, l’ateneo napoletano ha scelto di rendere memoria al 25enne. Conferendo ai genitori del ragazzo, brillante federiciano che sognava di lavorare per la Ferrari, la laurea magistrale ad honorem in Ingegneria Meccanica per l'Energia e l'Ambiente. Fulvio, difatti, i suoi esami li aveva già finiti quando la sua vita è stata spezzata, insieme ai suoi sogni, mentre concludeva un tirocinio obbligatorio proprio per la tesi. Motivo per cui questa mattina, a ricevere dalle mani del rettore Matteo Lorito la desiderata pergamena, invece di Fulvio sono stati mamma Maria Rosaria e papà Salvatore.

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«Noi cerchiamo giustizia perché sicuramente qualcosa non ha funzionato – è il grido silenzioso, tra sofferenza e tenacia, di Maria Rosaria Corsaro – la causa ancora deve iniziare, si sta ancora indagando, e al momento neanche hanno ispezionato la macchina che è esplosa.

La cosa strana è che stavano in un'auto da provare, su una Tangenziale e non con persone esperte e tute ignifughe. Così buttati allo sbaraglio. Con prove assurde che secondo me si fanno in laboratorio, in una pista».

Ad oggi, infatti, i misteri legati alla catastrofe sono ancora tanti – troppi – ma resta un’unica grande certezza: «Qualcuno ha sicuramente sbagliato» osserva Salvatore Filace denunciando la carenza di umanità da parte dei vari attori interessati al progetto, portato avanti con fondi europei da eProInn, uno spin off dell'Università di Salerno che ha sviluppato il prototipo il cui test condotto a Napoli dal Cnr si è trasformato in dramma. «In tutto questo tempo nessuno ci ha contattato – chiarisce amareggiato il padre dello studente – non mi spiego la ragione e sono deluso da questo: nessuno si è fatto sentire».

Da parte sua, la Federico II fa sapere che si costituirà parte civile nel futuro processo, le indagini sono ancora in corso. «Se ci sono responsabilità andremo fino in fondo – garantisce il rettore Lorito -. Saremo con la famiglia. Anche noi siamo parte lesa: Fulvio era ed è un nostro studente». «Un appassionato di motori, molto attento al suo lavoro» ha ricordato il coordinatore del corso di laurea magistrale IMEA e suo tutor, Fabio Bozza, aprendo stamani la cerimonia in onore di Filace. Alla celebrazione, tra il pubblico, ha preso parte anche la direttrice dell’Istituto di Scienze e Tecnologie per l'Energia e la Mobilità Sostenibili (STEMS) del Cnr, Maria Bianca Vaglieco, che però ha preferito non esprimersi sul caso definendo la sua presenza come «un atto dovuto».

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