Truffa delle targhe contraffatte, la protesta delle vittime: «Nessuno ci dà una risposta»

I manifestanti si sono riuniti questa mattina dinanzi alla Motorizzazione Civile di Napoli

Motorizzazione Civile di Napoli
Motorizzazione Civile di Napoli
Lunedì 22 Gennaio 2024, 11:45 - Ultimo agg. 15:17
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Si sono radunate nel piazzale antistante gli uffici della Motorizzazione Civile di Napoli le vittime della maxi-truffa delle targhe contraffatte che si sono viste sequestrare le proprie vetture pur avendole acquistate e pagate regolarmente.

Alla manifestazione ha presenziato anche il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che sul caso ha presentato un'interrogazione parlamentare.

Nel 2022 circa 1.500 targhe sono state immatricolate, con altrettante auto, dalla Motorizzazione Civile di Napoli ma dopo un anno sono state fatte ritirare per l'irregolarità della documentazione con cui sono state messe in circolazione. 

Le auto (in particolare le targhe) sono state poste sotto questo perché «veicoli fantasma» con targhe di fatto inesistenti. Per questo motivo la Motorizzazione di Napoli li ha dichiarati «veicoli truffa da fermare e sequestrare». Forti sospetti sono ricaduti su un'agenzia di pratiche automobilistiche di Volla, che sulla carta risulta cessata da tempo ma che di fatto avrebbe ritirato molte delle targhe ora incriminate.

Si tratta per lo più di vetture importate in Italia da San Marino dove viene applicata l'Iva agevolata al 7% anziché al 22%.

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«Abbiamo queste auto pagate regolarmente ad un prezzo non agevolato, quindi noi non siamo complici di questa truffa, senza poterle utilizzare ferme in strade o nei garage. La cosa più brutta è che non ci viene permesso di regolarizzare la nostra posizione reimmatricolando le targhe e pagando la differenza d'Iva. Anche il ricorso al Tar è stato respinto. Nessuno ci dà una risposta», ha spiegato uno dei manifestanti truffati. 

«Chi è direttamente responsabile, cioè la Motorizzazione Civile, resta muto e non ascolta i cittadini truffati. Anche in Parlamento, dove ho portato la vicenda, la notizia non ha fatto rumore e Il Ministero competente è rimasto silente. Noi però non ci arrendiamo, torniamo alla carica. La magistratura - l'auspicio di Borrelli - sbrogli questa matassa rapidamente».

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