Il Rione Terra si è sollevato di un centimetro in soli tre giorni. È accaduto tra il 21 e il 23 settembre, durante due dei sette sciami sismici del mese, e pochi giorni prima della scossa record di magnitudo 4.2 del 26 settembre. È quanto riportato nell'ultimo bollettino dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che proprio per l'allerta Gialla, che implica la fase di Attenzione dei Campi Flegrei, ha l'obbligo di riportare nel dettaglio i dati del monitoraggio.
I vulcanologi si interrogano su cosa potrebbe aver provocato il repentino aumento della velocità di deformazione del suolo e l'ipotesi più accreditata l'associa a un impulso di risalita di fluidi magmatici profondi verso la zona idrotermale, avvalorata dalla scossa successiva, con liberazione di energia accumulata.
Settembre è stato un mese molto dinamico dal punto di vista sismico: 1.106 i terremoti registrati di cui 589 nel corso di sette sciami sismici. Il terremoto di magnitudo 4.2 del 27 settembre è stato l'evento di maggiore energia registrato a partire dalla ripresa di questa fase bradisismica e degli ultimi 40 anni. Ben 1075 sismi (pari al 92%) erano a bassissima energia, cioè al di sotto della magnitudo 1.0; 70 quelli sotto la magnitudo 2.0 e appena 19 (pari all'1,7%) quelli superiori alla magnitudo 2.0 e quindi avvertiti dalla popolazione. Tuttavia, secondo i dati pubblicati dall'OV, l'energia liberata dai terremoti in tutta la crisi attuale è circa un terzo di quella del 1982-1984. Dall'inizio dell'anno a oggi ai Campi Flegrei ci sono stati 5.529 eventi sismici. Oltre alla variazione della velocità di sollevamento tra il 21 e 23 settembre, i parametri geochimici indicano il perdurare dei trend pluriennali di riscaldamento e pressurizzazione del sistema idrotermale che ha raggiunto un massimo nel luglio 2020, per poi invertirsi fino ai primi mesi del 2022, quando è iniziato un nuovo trend d'aumento fino a settembre 2022.
Il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci getta acqua sul fuoco sulla replica del governatore De Luca, dopo le sue dichiarazioni in cui aveva sottolineato i mancati finanziamenti provenienti dalla Regione Campania al decreto legge. «Evitiamo le polemiche. Il presidente De Luca ha detto che è un buon provvedimento, è un buon decreto, Musumeci sta lavorando bene. Altro ragionamento è la mancata partecipazione della Regione al concorso della spesa. Il che non blocca la nostra azione che va avanti. Spiega il presidente De Luca che loro non partecipano perché a suo avviso lo Stato non avrebbe assicurato le risorse legate al fondo di coesione e al Fondo per lo sviluppo e la coesione: sono due argomenti diversi».
Il ministro ha insistito che «ci troviamo di fronte a una emergenza legata a due rischi naturali: sciame sismico e bradisismo: due fronti correlati, ma la loro evoluzione non è conosciuta e non è possibile conoscerla, anche se la zona è molto monitorata h24. Il bradisismo che ha determinato il sollevamento del terreno potrebbe assumere ritmi diversi o in calo o in eccesso. A fronte di una situazione particolarmente delicata con circa 400mila abitanti coinvolti, il governo intanto ha fatto quello che nessuno aveva mai fatto, e che andava fatto 30-40-60 anni fa: misure di prevenzione, piano di esodo e verifica della vulnerabilità del costruito. Le case che ricadono addirittura sui vulcanelli a quale sollecitazione sismica potrebbero resistere, sono due strumenti di pianificazione che potevano essere adottati nel dopoguerra».
Musumeci ha poi spiegato che il 13 settembre sarà a Pozzuoli con il ministro Gennaro Sangiuliano.