Terremoto a Napoli, piano di fuga dalla zona rossa: ecco le strade da evacuare

Il nodo lungomare liberato dove dovranno transitare 3000 bus con gli sfollati

Riunione della Protezione Civile Regionale
Riunione della Protezione Civile Regionale
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Lunedì 9 Ottobre 2023, 00:00 - Ultimo agg. 10 Ottobre, 06:57
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Dove cercare salvezza in caso di allarme per la zona rossa dei Campi Flegrei? Il Comune di Napoli non ha ancora aggiornato il piano di esodo, però alcuni dettagli saranno confermati da quello precedente, come i luoghi dove la popolazione è chiamata a concentrarsi nel momento (che speriamo non arrivi mai) in cui scattano le procedure di evacuazione in caso di possibile eruzione. 

In barba alla scaramanzia sono 17 i luoghi considerati sicuri per il concentramento delle persone che non hanno mezzi propri di spostamento, in fuga dagli undici quartieri della città che rientrano nel perimetro del pericolo imminente. Il totale della popolazione coinvolta nel piano di esodo nel solo territorio comunale di Napoli, è di 300mila persone, la stima del piano che è attualmente disponibile, parla di circa 150mila persone che avranno bisogno di mezzi messi a disposizione dalle autorità locali per fuggire entro le 72 ore previste dal momento del primo allarme.

 

Il primo suggerimento che viene attualmente fornito nel piano per abbandonare le zone da evacuare, è rivolto a chi non possiede l’automobile ed è piuttosto imbarazzante perché si limita a segnalare le linee di bus dell’Anm che transitano nelle vicinanze e si avvicinano il più possibile ai luoghi dove bisogna concentrarsi per trovare un passaggio verso la salvezza. Insomma, il consiglio per i napoletani che hanno appena saputo di dover fuggire per un’imminente eruzione dei Campi Flegrei è “aspettate il bus”: decisamente poco rassicurante, anche se si spiega che le linee dell’Anm indicate nel piano, sarebbero dedicate esclusivamente all’esodo dei cittadini in fuga. 

Il documento è estremamente meticoloso nel segnalare che i cittadini in fuga non devono ammassarsi tutti contemporaneamente alle aree dove troveranno le navette per la fuga. Però, siccome è scritto in burocratese, riesce ad essere assolutamente oscuro. Per spiegarsi è necessario un esempio: a Posillipo i primi ad essere ammessi ai mezzi di fuga sono i cittadini residenti nella sezione Istat “6522491”.

Ovviamente nessuno sa a quale sezione Istat appartiene il proprio indirizzo: per scoprirlo è necessario procurarsi una speciale mappa di Napoli sulla quale sono indicati quei codici, poi eseguire una caccia al tesoro per individuare quella fettina di città. Nello specifico, abbiamo scoperto che l’area di Posillipo con il codice di zona 6522491, quella dalla quale i cittadini in fuga partiranno per primi, è riferita a piazza San Luigi. 

Siccome si prevede di evitare affollamenti ai punti di concentramento, i cittadini potranno iniziare ad abbandonare le case solo secondo il piano già prestabilito, però le persone sono tante, tantissime, così si verificano situazioni paradossali di attesa eterna. Il quartiere per il quale sono previsti i tempi più lunghi è il Vomero che, in totale, avrà un’evacuazione che durerà 33 ore: gli ultimi a poter abbandonare le case saranno gli abitanti di via Tasso che rientrano nella “zona Istat” 6320421, i quali riceveranno un messaggio di evacuazione urgente ma dovranno attendere 33 ore prima di poter iniziare la fuga. Provate a pensare cosa significa sapere che sta per esplodere un vulcano ed essere costretti a restare in atttesa dentro casa 33 ore consecutive prima di poter scappare... 

Una questione che dovrà essere accuratamente affrontata nella redazione del nuovo piano di esodo della città di Napoli è quella del percorso che dovranno seguire le navette che condurranno la popolazione in fuga verso i mezzi di trasporto che porteranno gli evacuati verso le regioni gemellate: il porto, la stazione centrale e la stazione di Afragola. Allo stato attuale da 14 dei 17 luoghi sicuri di concentramento dei cittadini, tutte le navette impiegate sono chiamate a seguire un percorso che prevede l’attraversamento di via Caracciolo e via Partenope. Si tratta un percorso ad altissimo rischio in caso di emergenza perché la parte pedonalizzata di via Caracciolo è protetta da pesanti blocchi di cemento che dovrebbero essere rimossi con immediatezza al primo segnale di allarme, ma questo potrebbe essere un problema agevolmente risolvibile. Diversa la questione dell’attraversamento in emergenza di via Partenope. Nei prossimi mesi proprio quella strada sarà cantierizzata per lavori che andranno avanti per un tempo estremamente lungo. Poi sarà necessario verificare come cambierà via Partenope al termine dei lavori di restyling e quanto spazio sarà destinato al transito degli automezzi.

Dai documenti di progetto si evince che lo spazio destinato al marciapiede, e all’allestimento di ampi gazebo dei locali, sarà fortemente ampliato proprio a discapito dell’eventuale transito di automezzi. Lo spazio per il passaggio di moto, auto e bus, nella documentazione progettuale, è ristretto a una fettina di carreggiata che potrebbe risultare insufficiente in caso di grave emergenza. Basta tenere presente che il piano di esodo attuale prevede il passaggio una navetta ogni 40 secondi per 30 ore consecutive, la via Partenope immaginata dalla matita dei progettisti sarà in grado di assorbire questa mole di transiti in tempi così risicati?

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Sono in tutto undici i quartieri di Napoli coinvolti interamente o parzialmente nel piano di esodo urgente in caso di evento vulcanico nei Campi Flegrei. I quasi diecimila evacuati dell’Arenella, che saranno ospitati in Piemonte, verranno condotti alla stazione ferroviaria di Villa Literno dove troveranno treni che si muoveranno verso il Piemonte. Anche le persone in fuga da Chiaiano saranno indirizzate alla stazione di Villa Literno dove i convogli si muoveranno alla volta del Friuli Venezia Giulia. Un trasferimento verso la stazione di Afragola, invece, è previsto per gli oltre 34mila evacuati da Fuorigrotta non autonomi, che raggiungeranno il Lazio, e per i quasi 14mila del Vomero che troveranno treni diretti in Val d’Aosta e Piemonte. I napoletani che dovranno evacuare i quartieri di Posillipo, Chiaia, Montecalvario e San Ferdinando saranno trasferiti al porto di Napoli e imbarcati su navi dirette verso la Sicilia, si tratta di un totale di quasi ventimila persone non autonome, che diventano 35mila in totale. Considerato che una nave per l’isola contiene al massimo 1.500 passeggeri sarebbero necessarie più di 23 navi per consentire l’esodo di tutti gli abitanti dei quattro quartieri. Da Bagnoli, Pianura e Soccavo, invece, le navette si dirigeranno alla stazione centrale di Napoli. I residenti in fuga da Soccavo saliranno su vagoni diretti in Emilia Romagna, le persone di Bagnoli saranno smistate tra Basilicata e Calabria mentre gli evacuati da Pianura verranno condotti in Puglia.

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