Ospedali modulari, inchiesta al palo a Napoli: un anno fa 19 «avvisi» e poi lo stallo

Altra inchiesta sul filone Covid per De Luca

Il covid center di Ponticelli
Il covid center di Ponticelli
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Venerdì 4 Agosto 2023, 23:34 - Ultimo agg. 5 Agosto, 17:30
3 Minuti di Lettura

Quindici mesi fa l’ultima tegola, da allora il fascicolo sembra decisamente al palo. Nessuna novità sotto il profilo strettamente procedurale, a proposito dei filoni principali dell’inchiesta nata durante l’emergenza covid. Parliamo delle verifiche messe in campo dalla Procura napoletana, a proposito degli ospedali modulari, degli appalti per le forniture di mascherine e ventilatori che avrebbero dovuto garantire il funzionamento delle strutture di emergenza. Un anno fa - maggio del 2022 - la notifica di 19 avvisi di chiusa inchiesta a carico di esponenti della cabina di regìa che si occupava di fronteggiare la crisi nata dalla diffusione in Campania del covid 19. Diverse le ipotesi investigative battute dalla Procura di Napoli: si va dalla turbativa d’asta, alla violazione di atti coperti, con l’ipotesi di soffiate che avrebbero visto coinvolti pubblici amministratori e manager privati. Parliamo di filoni di indagine nati anche sulla scorta delle denunce presentate dall’ex parlamentare Marcello Taglialatela, leader di Campo sud, che hanno investito alcune opere realizzate o rimaste a metà strada: sotto i riflettori gli ospedali modulari di Ponticelli (ricordate? Quelli che suscitarono gli applausi dai balconi); e di opere simili da realizzare negli ospedali di Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta e al Ruggi di Aragona di Salerno.

Altra accusa è quella di falso, in relazione a una interrogazione in consiglio regionale (a firma di Maria Grazia Scala), che chiedeva informazioni su una ditta che - stando all’esposto - lavorava a Ponticelli il 22 marzo del 2022, prima ancora della stipula del contratto.

A questo punto, due manager «convenivano di elaborare una nota, su richiesta di un dirigente» una nota - si legge oggi - che i due manager convenivano di “elaborare a cazzimma” (dice uno dei due). È così che si «escogitava l’espediente, per giustificare la presenza delle ditte che erano presenti sul cantiere». Un espediente che evidentemente non ha convinto i magistrati. Accuse di turbativa d’asta, invece, a proposito della precedura negoziata da 15 milioni, investono invece una ex esponente della cabina di regìa, quale componente della commissione di gara, che avrebbe dato il via libera a una società, per quanto - scrivono i pm - fosse a conoscenza del fatto che la ditta non aveva in dotazione i ventilatori, strumenti necessari per tenere in vita i malati di covid. 

Video

Accuse che ora attendono le valutazioni dei pm, che si trovano di fronte a un bivio: possono esercitare l’azione penale e chiedere la fissazione di una udienza preliminare, in cui chiedere il giudizio di dirigenti pubblici, amministratori di società e presunti intermediari; oppure stralciare le singole posizioni. Ora in questo scenario si è mossa la Procura contabile, a proposito delle card regionali. Attacca Severino Nappi, capogruppo della Lega in consiglio regionale: «Non possiamo fare altro che constatare che, passare dal lanciafiamme e dalla Cartà anti Covid alla Corte dei Conti, è questione di un attimo», a proposito dell’invito a dedurre notificato al governatore De Luca. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA