Napoli, droni in carcere per portare cellulari: regge l'inchiesta

Il Riesame conferma gli arresti per i due principali indagati che vanno ai domiciliari

Droni in carcere per piazzare cellulari
Droni in carcere per piazzare cellulari
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 4 Marzo 2024, 15:38 - Ultimo agg. 15:59
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Passano dal carcere agli arresti domiciliari, in un'indagine che vede comunque confermato il suo assunto principale. Il Tribunale del Riesame accoglie solo in parte la richiesta delle difese, a proposito di due indagati, finiti al centro di una storia di rilievo nazionale: parliamo della trasmissione di telefoni cellulari a mezzo droni modificati, nelle principali strutture penitenziarie italiane.

In questo senso, il Tribunale del Riesame di Napoli (collegio b, presidente De Tollis, a latere Cantone e de Majo) ha disposto gli arresti domiciliari per Salvatore Sbrescia e Veronica Virgilio, che erano finiti in una trama investigativa decisamente di alto profilo.

Come ben sanno i lettori del Mattino, si parte da una inchiesta che punta a sgominare una gang specializzata nell'uso di droni.

Si tratta di strumenti modificati, in grado di trasferire telefoni cellulari sin dentro le celle. Una inchiesta nella quale veniva ipotizzato anche una sorta di prezziario, con un mercato illegale in cella di cellulari smartphone, di microtelefoni, ma anche di sim card.

Nel corso dell'udienza del Riesame i giudici hanno accolto il lavoro difensivo della penalista napoletana Fiorella Fabozzo, che ha chiesto e ottenuto una revoca parziale della misura cautelare. Una vicenda che nasce da un lavoro della Procura di Asti, ma che viene trasferita a Napoli per competenza territoriale. Sotto accusa tre napoletani e il dronista (che manovrava il drone) di origini bielorusse. 

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