Napoli, ai Decumani frasi choc: ristorante imbrattato con scritte antisemite

Videodenuncia del gestore del locale: «Guardate cosa mi hanno combinato»

La scritta antisemita
La scritta antisemita
di Giuseppe Crimaldi
Giovedì 19 Ottobre 2023, 23:54 - Ultimo agg. 20 Ottobre, 07:15
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“Zionists are not welcome”: qui i sionisti non sono benvenuti. Chiaro e diretto il messaggio agli ebrei, per loro il cuore del centro storico è off-limits. Questo, almeno, è il diktat comparso in queste ultime ore nella zona compresa tra piazza del Gesù e Decumani. E tanto basta a sollevare un caso, a Napoli.

Un caso che rischierebbe di apparire ancora più inquietante se lo si agganciasse alla stessa frase, stampata con vernice spray a chiari caratteri cubitali con una sorta di “sottotitolo” in lingua araba comparso accanto ad un ristorante nel quale - almeno fino a prima del 7 ottobre scorso - era frequentato da numerosissimi turisti israeliani in visita a Napoli. Adesso su queste scritte indaga la Digos della Questura di Napoli.

Dopo i massacri dei terroristi che il 7 ottobre entrarono in azione nel Sud di Israele seminando sangue e morte tra i civili, e dopo la reazione di Israele con la mobilitazione dell’esercito verso la Striscia di Gaza, qualcuno è entrato in azione per tappezzare le strade della città vecchia con scritte che inneggiano alla “liberazione” del popolo palestinese, ma non solo. C’è chi ha sfruttato l’occasione per esplicitare un vero e proprio odio verso la popolazione israeliana. I “sionisti”, ai quali viene detto a chiare lettere di non accostarsi nella città vecchia, ritenuta evidentemente “zona franca” per tutti eccetto che per ebrei e israeliani. 

I messaggi sono numerosi, e lasciati sulle mura di diversi punti del “ventre di Napoli”. Non è chiaro quando, esattamente, siano stati scritti né da chi. E a poco aiuta la traduzione della scritta in arabo che accompagna in basso quel messaggio vergato sicuramente con un normografo per vernici spray: “El Ayun”.  Che cosa significa? El Ayun è una città marocchina della regione del Sahara Occidentale attualmente controllata per la maggior parte dal Marocco e contesa con la Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi, non riconosciuta dal Marocco stesso.

Ed è anche il capoluogo della provincia marocchina di Laâyoune, capitale proclamata della Repubblica dei Sahrawi. La parola può anche essere tradotta come “la velocità” o “lo sguardo”. 

Poi c’è l’inquietudine di un sospetto. Ed è quello riconducibile a chi quel messaggio rivolto ai “sionisti” forse ha voluto lasciarlo anche a poca distanza dal ristorante gestito da un imprenditore che non ha mai nascosto la propria amicizia per lo Stato di Israele e degli ebrei. 

“Zionists are not welcome” era forse riferibile al ristoratore, oppure è solo un caso? Anche su questo è scattata un’indagine per cercare di capire, di verificare se il messaggio possa suonare come una velata minaccia a quell’imprenditore. Perché, se così fosse, la cosa sarebbe veramente grave. A segnalare il caso è stato lo stesso ristoratore, in un videomessaggio diventato virale: «Guardate qui, guardate che cosa hanno combinato all’esterno del mio locale”, dice mostrando la scritta (successivamente rimossa). 

 

In questi giorni il lavoro delle forze dell’ordine e degli investigatori è intenso e delicato. In un momento di grandi tensioni internazionali, con due guerre in corso a poche ore dall’Italia e con i rischi ricorrenti come incubi neri del ritorno del terrorismo di matrice jihadista, nulla può e deve essere lasciato al caso. E tanto più non si possono sottovalutare i messaggi ambigui. Intolleranza? Messaggio trasversale o cos’altro? In queste ore è in corso una ricognizione delle zone del centro per capire se ci siano altri messaggi analoghi, che certo non fanno bene a napoli, alla città dell’accoglienza senza se e senza ma. Un fatto è chiaro: a via Tribunali come a Santa Chiara ad agire è stata sempre la stessa mano. La firma degli autori è in quel normografo utilizzato in tutti i casi finora accertati. 

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C’è un ultimo particolare molto importante. Gli episodi sono stati già segnalati anche all’ufficio del coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, il prefetto Giuseppe Pecoraro. Quell’ufficio oggi rappresenta un presidio essenziale che ha come obiettivo l’impegno per una memoria responsabile rispetto alla Shoah, ai crimini del nazifascismo e a ogni forma di vecchio e nuovo antisemitismo.

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