La scoperta di un "interruttore molecolare", che decide il destino delle cellule all'origine del sistema nervoso durante lo sviluppo embrionale, è frutto della ricerca condotta nella Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli.
E' stato utilizzato un organismo marino, la Ciona intestinalis, che allo stadio larvale presenta un patrimonio genetico e un sistema nervoso "in miniatura" paragonabile a quello dell'uomo, anche se estremamente semplificato. Grazie alla sinergia di una serie di tecniche di biologia molecolare, di bioinformatica e di "system biology" sono stati identificati i geni che svolgono un ruolo chiave nell'indirizzare determinate cellule pluripotenti del sistema nervoso centrale dell'embrione verso un particolare destino.
Nell'uomo le cellule pigmentate sono coinvolte anche nella colorazione dell'iride e nei processi visivi. La mutazione delle molecole che caratterizzano queste cellule possono portare a difetti genetici quali, ad esempio, l'albinismo. L'analisi della funzione dei geni identificati durante questo studio, consentendo di trovare nuovi marcatori associati a malattie genetiche della pelle e degli occhi nell'uomo, potranno portare a studiare e combattere con maggior successo malattie quali i l'albinismo di tipo 4 o la sindrome di Hermansky-Pudlak, una malattia caratterizzata da albinismo oculocutaneo, fibrosi polmonare ed altre severe patologie. Lo studio, coordinato dalla biologa Filomena Ristoratore, è stato portato a termine nel laboratorio di Biologia Cellulare e dello Sviluppo dell'istituto napoletano, con la collaborazione di Remo Sanges (Stazione Zoologica Dohrn), Diego Di Bernardo (TIGEM) e Lionel Christiaen (New York University).