Musicista ucciso a Napoli, tutta la città in piazza: «Giovanni vive tra noi, è il giorno del riscatto»

Slogan e ricordi sulle magliette bianche: «Da questo feretro parte il cambiamento»

Piazza del Gesù ai funerali di Giogiò
Piazza del Gesù ai funerali di Giogiò
di Melina Chiapparino
Mercoledì 6 Settembre 2023, 23:55 - Ultimo agg. 7 Settembre, 17:08
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“Giovanni vive”. La scritta risaltava sulle magliette bianche tra la folla. Una folla oceanica per l’ultimo saluto a Giovanbattista Cutolo che ha riunito amici e colleghi del giovane musicista ma anche una moltitudine di sconosciuti accomunati dallo stesso sentimento. Insegnanti, infermieri, imprenditori, commercianti, casalinghe e ragazzi provenienti da tutti i quartieri della città che non conoscevano il 24enne hanno voluto circondare di affetto e solidarietà la sua famiglia. Un gesto d’amore ma anche di responsabilità perché i napoletani hanno dimostrato di rispondere senza esitazioni all’appello di Daniela Di Maggio, madre del giovane, che si augurava fosse “il funerale del riscatto di Napoli”.

“Non vi lasciamo soli”. Questo è il messaggio che i cittadini hanno voluto far arrivare alla famiglia di Giovabattista «per intraprendere insieme un cammino di cambiamento e riscatto della città» come ha spiegato Antonio Stellato, commerciante del centro storico che ha sottolineato «la necessità di fare una rete di cittadinanza attiva intorno alla famiglia anche se dovesse calare l’attenzione delle istituzioni e della politica».

«Oggi hanno spazzato davanti al mio negozio che si trova vicino alla chiesa dove sono stati celebrati i funerali ma non pulivano da mesi» ha aggiunto il commerciante augurandosi che «il cambiamento in positivo riguardi non solo i cittadini ma anche le istituzioni perché la città deve funzionare meglio». La voglia di riscatto perseguita da Daniela «va alimentata a cominciare dalla scuola con la promozione della cultura della legalità, del rispetto dell’altro e di modelli positivi» hanno chiarito Cinzia Irace, Francesca Balice e Cecilia Consiglio che sia come docenti che come cittadine sono pronte ad accogliere l’invito «a scendere in campo».

 

Le lacrime e gli abbracci degli amici di Giò Giò hanno accompagnato tutti i gesti d’amore realizzati per ricordarlo, a cominciare dai canti e dagli interventi musicali che hanno preceduto l’inizio delle esequie fino allo striscione affisso sull’obelisco in piazza con la scritta “nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta. Giustizia per Giovanni”. Nonostante il dolore, l’emozione più forte che resta in fondo al cuore di chi conosceva il 24enne «è l’amore che nutriva per la musica e le sue passioni» ha raccontato Alessandro Monaco, violinista, convinto che «da ora in poi la forza e la volontà di raggiungere il sogno di diventare un musicista sarà raddoppiata». 

«A Giovanbattista hanno strappato via il suo sogno, quindi ora tocca a noi lottare anche per lui» ha continuato Alessandro. La forza di «restare e lottare» affinché non sia stata vana la morte del musicista, è un messaggio condiviso da tanti colleghi dell’orchestra Scarlatti e amici del giovane come Chiara Guida e Alessia Sorrentino decise «a restare a Napoli con l’obbligo morale di non arrendersi, realizzare i sogni e cambiare in meglio la città».

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Una maglietta simbolo dell’amicizia con Giovanbattista per ricordare «quanto fosse speciale, umile, sempre pronto ad aiutare gli altri e generoso». È così che lo hanno ricordato tanti amici provenienti da mondi e quartieri diversi, a cominciare dall’ambiente musicale, scolastico fino alle amicizie nate per caso in strada.

Sulle magliette bianche, alcune con la foto di Giò Giò sorridente, altre con un disegno che ritraeva il suo amato strumento, il corno, si leggeva «Giovanni vive».

«Giovanni continuerà a vivere in ognuno di noi con il suo modo di fare che non conosceva pregiudizi e differenze» hanno spiegato gli amici del 24enne, sottolineando che «lui non faceva differenze di quartiere e aveva amici ovunque, non ha mai distinto Napoli buona o cattiva ma distingueva le persone e questa era la sua forza, perciò tutti lo amavano e lo continueranno ad amare».

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