Lettera degli operatori del 118,
«Noi, aggrediti e mai tutelati»

Lettera degli operatori del 118, «Noi, aggrediti e mai tutelati»
di Melina Chiapparino
Lunedì 27 Marzo 2017, 15:51 - Ultimo agg. 16:37
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Spintoni, parolacce, sputi e aggressioni fisiche anche di estrema violenza. Questa è la realtà quotidiana degli operatori del 118 che hanno deciso di scrivere nero su bianco una lettera per denunciare la loro drammatica condizione lavorativa. «Chiediamo di essere tutelati e di poter lavorare in condizioni di sicurezza prima di arrivare al punto di patire la perdita di qualche collega» si legge nel documento che è stato diffuso agli organi di stampa e rappresenta un vero e proprio grido di aiuto.

I sanitari puntano il dito sul crescente fenomeno degli abusi fisici ai danni di medici, infermieri e autisti delle ambulanze che, spesso, diventano il bersaglio della rabbia e dell’esasperazione o semplicemente della prevaricazione dei familiari dei pazienti.

‘La nostra voce resta inascoltata- scrivono gli operatori- continuano a consumarsi notti di violenza ai danni di medici, infermieri, barellieri e autisti che sono ogni giorno in strada per garantire i servizi pubblici e difendere un bene costituzionalmente garantito quale il diritto alla salute’.

Nella nota dove i sanitari annunciano di voler chiedere un incontro ufficiale al Prefetto di Napoli, in quanto garante della loro incolumità, viene raccontato anche l’ultimo grave episodio violento avvenuto nel turno di notte tra il 20 ed il 21 marzo scorsi.

'Le aggressioni sono all’ordine del giorno- si legge nella lettera-  nelle ultime 48 ore vi sono state due ennesime denunce che però nell’attesa sono destinate a rimanere lettera morta e nel frattempo, un infermiera ha subito la rottura dell’osso zigomatico durante un’aggressione da parte di uno sconosciuto mentre effettuava soccorso in piazza Garibaldi’.

I sanitari spiegano come spesso gli aggressori giustifichino gli atti di violenza ‘nel ritardo degli interventi da parte dell’unità operativa ignari del fatto che sull’intero territorio partenopeo pare che le unità operative siano solo 17 e, spesso, a rallentare gli interventi sono i falsi codici rossi, chiamate che partono come massima urgenza e poi si rivelano codici gialli’.

Più volte il comparto del 118 ha ritenuto necessari la dotazione di una scorta delle forze di polizia per gli interventi a rischio o misure preventive che possano arginare questi episodi di violenza ma per il momento il loro è rimasto un grido di aiuto inascoltato.   
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