Benevento, caos 118, ora dialogo tra associazioni e Asl «ma serve un piano»

Mastella incontra le associazioni sannite: «Tenere conto della carenza di medici»

L'incontro in Comune tra associazioni e Mastella
L'incontro in Comune tra associazioni e Mastella
di Luella De Ciampis
Mercoledì 17 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 08:43
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«Dobbiamo tenere conto delle difficoltà che emergono dai numeri e fare un calcolo in base alle risorse umane disponibili ma dobbiamo anche predisporre un piano operativo per evitare la demedicalizzazione». Così il sindaco del capoluogo Clemente Mastella nella fase conclusiva dell’incontro in Comune con i rappresentanti delle associazioni del territorio che avevano sollecitato il suo intervento sulla questione 118.

«Saranno avanzate proposte – ha spiegato – sia dalle associazioni che dai vertici dell’Asl e cercheremo di trovare una soluzione in grado di tutelare i cittadini e i medici che svolgono il servizio sulle ambulanze del territorio, perché è importante avviare un dialogo tenendo conto anche della carenza di medici». Una vittoria per le associazioni, che hanno apprezzato l’intervento di Mastella e hanno garantito la redazione di un documento di proposta che sarà oggetto di valutazione in un tavolo tecnico con il direttore generale dell’Asl Gennaro Volpe, che il primo cittadino si è dunque impegnato a promuovere.

«L’azienda non consente ai medici – ha sottolineato Emilio Tazza, segretario generale della federazione Cimo Fesmed e medico del 118 – di applicare al massimo l’orario di lavoro consentito dalla normativa, vale a dire le 48 ore settimanali di prestazioni effettive che non comprendono le ferie da calcolare al di fuori dell’orario di lavoro. I 48 medici attualmente in servizio sono sufficienti per garantire i turni e per evitare che si ricorra alla demedicalizzazione delle ambulanze. Deve esserci totale sinergia tra medici e infermieri per assicurare un servizio efficiente perché i camici bianchi non riescono a operare senza l’ausilio del personale infermieristico che, d’altro canto, ha necessità della loro presenza.

In caso contrario, il sistema è destinato a entrare in sofferenza».

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L'incontro di ieri è servito ad aprire uno spiraglio nell’ottica di un dialogo costruttivo tra territorio, sindacati e Asl, anche al fine di evitare che le decisioni sulla riorganizzazione del servizio siano considerate come una scelta piovuta dall’alto e non condivisa. Nessuna decisione, almeno allo stato attuale, è stata assunta in merito alla convocazione della Conferenza dei sindaci. «É nostra intenzione – ha dichiarato Amedeo Ceniccola, presidente dell’associazione “Sannio cuore” – inoltrare alla direzione strategica dell’Asl una proposta formale che prevede l’utilizzo delle prestazioni aggiuntive finalizzato a garantire la medicalizzazione delle ambulanze più ampia possibile e la salvaguardia delle specificità dei due Psaut di San Bartolomeo in Galdo e di Cerreto Sannita, che sono stati concepiti nell’ottica di servire realtà particolarmente disagiate. Non possiamo consentire un depauperamento del servizio del 118, che ha garantito sicurezza e professionalità per circa un ventennio».

Al vertice hanno partecipato anche Alfredo Lavorgna, Attilio Petriello, Angelo Piazza, Nicola Boccalone, nell’ordine rappresentanti delle associazioni «Salute e territorio», comitato «Rete Uccp San Giorgio del Sannio», «Sos sanità Valle Vitulanese», «Tribunale del malato».

La carenza di personale

Per l'azienda sanitaria, intanto, è intervenuto il responsabile della centrale operativa del 118 Ciriaco Pedicini. «A mio avviso – ha chiarito – bisogna seguire la stella polare, vale a dire l’unica via perseguibile, tenendo conto della carenza di personale e della necessità imprescindibile di garantire uguali diritti a tutti i cittadini e l’indispensabile tutela ai medici in servizio, evitando di sottoporli a turni troppo lunghi e stressanti». Le associazioni sono decise a perseguire un itinerario ben delineato riguardo alle decisioni dell’azienda sanitaria di sostituire le ambulanze con il medico a bordo con quelle infermieristiche, ritenendola una scelta che non è considerata in linea con gli obiettivi strategici correlati alla sicurezza delle cure e alla loro erogazione con carattere di uniformità sull’intero territorio. È intenzione dei gruppi associativi adoperarsi affinché la questione sia ricondotta nell’alveo di un’ordinata gestione dei servizi, attraverso un dialogo costante e costruttivo tra l’Asl e le parti sociali di cui attualmente si ravvisa la carenza. È interesse delle associazioni dare il proprio contributo affinché sia recuperato un modello gestionale capace di dare risposte alle legittime istanze del territorio ed è questo il principio generale intorno al quale ruoteranno tutte le proposte che saranno presentate in sede di un eventuale incontro con l’Asl.

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