«Forza Vesuvio»: condannata ​a 20 giorni la consigliera leghista

«Forza Vesuvio»: condannata a 20 giorni la consigliera leghista
di Luigi Roano
Mercoledì 15 Marzo 2017, 23:59 - Ultimo agg. 16 Marzo, 08:12
2 Minuti di Lettura
C’è sempre un giudice a Berlino capace di affermare la giustizia in uno Stato di diritto. Per chi offende in maniera razzista Napoli e i meridionale questo giudice si trova a Monza ed è una donna si chiama Eleonora Sechi che ha condannato a 20 giorni e a un simbolico euro di risarcimento Donatella Galli consigliere comunale leghista di Como. I fatti risalgono a un paio di anni fa e denunciare la Galli fu Angelo Pisani, avvocato napoletano, tra i suoi clienti c’è Maradona, ed ex presidente della Municipalità Scampìa. «Il razzismo, Salvini & dintorni, si contesta e condanna con la legge e la cultura non con la violenza e strumentalizzazioni, sia sugli stadi che nelle piazze» dice Pisani con evidente riferimento a quanto accaduto sabato scorso all’esterno della Mostra dove Salvini stava tenendo un comizio: una guerriglia urbana che ha messo a ferro e fuoco un quartiere, quello di Fuorigrotta, e che ha fatto finire in ospedale ben 26 esponenti delle forze dell’ordine. 

È lo stesso Pisani a dare notizia della condanna e dei fatti: «La condanna della leghista è una grande lezione di dignità e giustizia anche a chi fomenta le piazze e seminando odio e violenza. C’è chi manifesta contro il presunto razzismo assaltando piazze e strade di Napoli, e poi c’è anche chi, impugnando le armi pacifiche del diritto e della cultura, riesce a far condannare in tribunale la leghista che aveva scritto sui social “Forza Etna” e “Forza Vesuvio”, come faremo anche negli stadi a tutela dei valori dello sport».

Pisani è un fiume in piena: «È una grande lezione di orgoglio, dignità e senso dello Stato, quella impartita dal Tribunale Penale di Monza. Il giudice Elena Sechi ha infatti condannato la ultras della lega Nord Donatella Galli, che nel 2015 avevamo denunciato, perché “propagandava idee fondate sulla superiorità razziale ed etnica degli italiani settentrionali rispetto ai meridionali e commetteva atti di discriminazione razziale ed etnica fondata sulla superiorità sopra indicata”. La donna è stata condannata a 20 giorni di reclusione e ad un euro di risarcimento, simbolicamente così richiesto, in favore delle parti civili costituite: me stesso, difeso dai colleghi avvocato Sergio Pisani e Bruno Locoratolo, e l’Ottava Municipalità Scampia, di cui all’epoca ero presidente».


Continua a leggere su Il Mattino Digital
© RIPRODUZIONE RISERVATA