Whirlpool Napoli, fumata nera al Mise: si allungano i tempi per il Consorzio

Whirlpool Napoli, fumata nera al Mise: si allungano i tempi per il Consorzio
di Alessio Liberini
Martedì 8 Febbraio 2022, 22:05 - Ultimo agg. 9 Febbraio, 06:35
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Ennesima fumata nera al ministero dello Sviluppo Economico dove questo pomeriggio è andato in scena il 32esimo tavolo di crisi sulla lunghissima vertenza dello stabilimento ormai ex Whirlpool di Napoli. Restano, infatti, ancora due nodi da sciogliere per quanto riguarda il piano di reindustrializzazione del sito che dovrebbe portare – come avanzato dall’esecutivo la scorsa estate – alla creazione di un Consorzio che assorbirebbe i 317 operai napoletani (licenziati dalla multinazionale del bianco ed oggi in Naspi) in un Hub della mobilità sostenibile. Almeno per il momento, da quanto emerge a termine dell’incontro romano, i tempi per la realizzazione di quest’ultimo sembrano ulteriormente allungarsi. Una nuova convocazione al ministero tra le parti è stata così fissata al prossimo 28 febbraio, mentre domani mattina i segretari territoriali dei sindacati di Fim,Fiom e Uilm si riuniranno nuovamente in assemblea con le tute blu di Ponticelli nel Cral di via Argine.

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Da quanto emerge, a termine del nuovo incontro sulla vertenza che va avanti da oltre novecento giorni, manca ancora l’acquisizione dello stabile di Napoli Est il quale preliminare di vendita si sarebbe dovuto firmare entro fine gennaio 2022 -  che dalla Whirlpool dovrebbe passare al Consorzio.  «Ci sono dei problemi di documentazione edilizia e ambientale che fin ora hanno impedito di concludere positivamente la procedura di trasferimento. Così ci ha riferito il Consorzio nel corso del tavolo» spiegano da fonti sindacali. Una problematica che ha quindi ulteriormente prorogato il lavoro di due diligence sul sito partenopeo. Allo stesso tempo, contemporaneamente, si allontana presumibilmente anche la presentazione del piano industriale definitivo che si sarebbe dovuta esporre entro il prossimo 15 febbraio, dopo la prima scadenza – già saltata – prevista per lo scorso 15 dicembre 2021. Una data, quella di metà febbraio, che era stata fissata - nel corso dell’ultimo vertice al dicastero avvenuto lo scorso 20 dicembre 2021 - a seguito di alcune manifestazioni di interesse di possibili aziende che sarebbero potute entrare nel progetto.  

«A seguito dei ritardi sul passaggio alcuni partner hanno mollato e delle circa 13 aziende che hanno manifestato interesse ad entrare solo cinque sembrano realmente effettive» precisano le parti sociali nel corso dell’incontro chiarendo che tra queste c’è l’Adler, del noto imprenditore campano Paolo Scudieri e la Gruppioni.

Gli stessi sindacati ora chiedono così con forza al Mise la costituzione di «una cabina di regia di tutti gli enti coinvolti che sgomberi il campo da pericolosi cavilli e smascheri eventuali alibi» a fronte delle nuove proroghe poste sul piano di reindustrializzazione per l’ex stabilimento di lavatrici.  «Gli unici che possono sbrogliare questa matassa – spiega amareggiato a termine dell’incontro Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm e responsabile per il settore degli elettrodomestici - sono i rappresentanti delle istituzioni. Per definizione possono risolvere le problematiche burocratiche o svelare eventuali alibi. Se sono problemi reali li possono risolvere mentre se sono alibi che li smascherano». «Abbiamo chiesto – precisa Ficco -  che si faccia la cabina di regia proprio per sbloccare questi problemi burocratici».

Al summit, partito intorno alle ore 16 e 30 e proseguito per oltre due ore, erano presenti Luca Annibaletti, coordinatore della Struttura per le crisi d'impresa, Invitalia, Stefano D'Addona, responsabile segreteria tecnica del Mise, Romolo De Camillis, Dg dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali del ministero del Lavoro e i sindacati di Fiom, Fim,Uilm e Uglm. Mentre hanno preso parte al tavolo, in video collegamento, Riccardo Monti, il presidente del Consorzio, la Regione Campania con l’assessore alle Attività Produttive, Antonio Marchiello e il Comune di Napoli con l’assessore al Lavoro, Chiara Marciani.

Tra i vari punti, affrontati nel corso dell'incontro, c’è stato il tema della “nuova formazione professionale” per gli operai licenziati dalla multinazionale americana: ovvero il primo tassello che li potrebbe portare sulla strada del nuovo progetto industriale. Su questo fronte le parti sociali hanno chiesto che «sia erogata un’indennità di formazione cumulabile con il trattamento di naspi». «Tra una settimana, presumibilmente, De Camillis (in rappresentanza del ministero del Lavoro ndr) riferirà alla Regione chiarimenti in merito all’utilizzo del piano per le politiche attive Gol» si apprende ancora da fonti sindacali nel corso del summit. Ma, tuttavia, per avviare i corsi di “formazione professionale” resta necessario conoscere le produzioni effettive che si andranno a svolgere nel sito: ad oggi ancora tabù.

Proprio per tale ragione, da quanto si apprende, Invitalia ed il Mise già dalla prossima settimana cominceranno a convocare le imprese che si sono dette pronte ad entrare nel progetto.

Ma, su questo fronte, i sindacati si dicono ancora «molto dubbiosi».

«Occorre parlare del piano industriale – scrivono in una nota congiunta Fim,Fiom e Uilm a termine del summit - e successivamente aprire il confronto su tempi e modalità della sua realizzazione a partire dall’assunzione di tutti i lavoratori».  

«Per noi – sottolineano le parti sociali - non sono importanti i nomi ma la solidità del piano industriale che faccia lavorare tutti i lavoratori ai quali siano date presto garanzie».

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