Confapi e Federbiologi in Campania:
«Bene le reti di contratto»

Confapi e Federbiologi in Campania: «Bene le reti di contratto»
Martedì 4 Aprile 2017, 12:43
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Soddisfazione ma anche la necessità di uno sforzo ulteriore sono stati espressi da Confapi Sanità e da Federbiologi rispetto all'istituzione delle Reti di contratto come modello per la riorganizzazione dei laboratori di analisi della Campania. Il modello è previsto dalla nuova legge regionale dello scorso 31 marzo. «L'istituzione del modello di Reti di contratto - ha affermato Silvana Papa, presidente Confapi Sanità - costituisce uno strumento valido non solo per i tantissimi laboratori che si sono sostituiti alle carenze del sistema pubblico, ma anche per le piccole e medie imprese. Questa è la risposta giusta sia per gli imprenditori che per i lavoratori». Una risposta che le organizzazioni attendevano da quattro anni, tempo in cui - ha sottolineato Papa - «è mancata la politica, sostituita dalla monarchia dei commissari ad acta che non hanno l'attitudine per rispondere ai bisogni dei cittadini. Con questa legge - ha aggiunto - finalmente la politica si è riappropriata delle decisioni in Sanità». Tra le novità introdotte dalla nuova normativa, la previsione di diverse forme di aggregazione dei laboratori che - come evidenziato - «per la prima volta non si devono configurare esclusivamente come consorzio».


Dalle organizzazioni la richiesta alla politica regionale affinché la Regione Campania emetta una circolare «per dare uniformità ai comportamenti da parte delle diverse Asl così che tutti i laboratori abbiano le medesime direttive». «Le legge - ha affermato Elisabetta Argenziano, segretario di Federbiologi - è un risultato per cui abbiamo faticato tanto e che salvaguarda le piccole imprese, migliora il prodotto, mantiene il lavoro e offre un'opportunità ai giovani che ancora credono nelle attività dei laboratori». Secondo i dati forniti, il sì all'istituzione delle Reti di contratto per i laboratori analisi salva 2mila posti di lavoro.


«Il Consiglio regionale - ha spiegato la consigliera regionale del PD, Antonella Ciaramella - ha dato una risposta a un'esigenza che da tempo viveva il nostro territorio che era quella di gestire e accompagnare il processo di razionalizzazione della rete dei laboratori».
Il processo di razionalizzazione e di aggregazione era previsto - come ricordato - da una legge nazionale del 2007, ma fino a oggi non era applicata sul territorio perchè i criteri «non erano assorbibili». «Abbiamo lavorato ascoltando il territorio - ha concluso Ciaramella - e soprattutto cercando di salvaguardare i posti di lavoro». Secondo i dati, in assenza della legge regionale, erano a rischio chiusura tutti i laboratori al di sotto delle 70mila prestazioni.
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