Incendio a Marano, fiamme dopo i rifiuti nello stadio abbandonato: «Mortificato lo sport»

L'incendio nel deposito di attrezzatture, forse un raid vandalico

Marano, le fiamme dopo i rifiuti nello stadio abbandonato: «Mortificato lo sport»
Marano, le fiamme dopo i rifiuti nello stadio abbandonato: «Mortificato lo sport»
di Ferdinando Bocchetti
Mercoledì 24 Aprile 2024, 08:44 - Ultimo agg. 10:20
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Non c'è pace per lo stadio comunale di via Musella. L'impianto cittadino - un tempo fiore all'occhiello dell'impiantistica sportiva regionale - è stato teatro l'altra sera di uno spaventoso rogo. Un incendio di vaste proporzioni, con ogni probabilità di origine dolosa, che ha mandato in fumo uno dei locali in cui fino a pochi anni fa erano custodite attrezzature sportive. Fiamme alte e fumo denso hanno generato il panico tra i residenti della zona, i primi ad allertare i vigili del fuoco - ben due le autobotti in azione - e gli agenti della polizia municipale.
Le fiamme sono state domate in una trentina di minuti. I pompieri sono entrati nella struttura - chiusa al pubblico da più di tre anni - da un ingresso laterale, adiacente al liceo Carlo Levi. Le forze dell'ordine non escludono che il deposito, almeno da qualche tempo, fosse diventato una sorta di rifugio notturno per qualche senzatetto del territorio. Le mura e le strutture in ferro che cingono il Comunale sono scavalcate - anche dai giovani del territorio - con facilità irrisoria.

L'impianto di via Musella, inaugurato nel 2005 e intitolato alla memoria del carabiniere Salvatore Nuvoletta, era stato sequestrato un paio di anni fa dall'autorità giudiziaria.

La struttura, infatti, era diventata un ricettacolo di rifiuti, gran parte dei quali sono stati rimossi negli ultimi mesi. La polizia municipale, dopo aver letto la relazione dei vigili del fuoco, ha aperto un fascicolo contro ignoti. Gli atti saranno inviati nelle prossime ore ai magistrati della Procura Napoli nord. In zona non ci sono sistemi di videosorveglianza e le indagini, pertanto, si preannunciano alquanto complesse. 

Il rogo del deposito ha generato un'ondata di indignazione tra gli abitanti della zona e non solo, che da anni protestano per la mancata riapertura dello spazio pubblico. «Un bene di grande importanza - tuonano esponenti del mondo dell'associazionismo e dello sport giovanile - abbandonato da anni al suo destino». Nessuna giunta o commissario è riuscito finora ad invertire il trend. «La situazione peggiora - aggiunge Vincenzo Renda, tecnico federale di atletica leggera - e non si intravedono spiragli positivi per il futuro. Il Comune cosa intende fare? Circolano tante voci, ma l'unica cosa da fare, forse, sarebbe quella di chiedere aiuto al governo nazionale, così come è stato fatto per il campo sportivo di Caivano».

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Lo stadio di Marano, negli ultimi sette-otto anni, è stato interessato a vicissitudini di vario genere. Dal furto dei cavi in rame, che alimentano l'impianto di illuminazione, alle continue vandalizzazioni di depositi e spogliatoi. A chiudere l'impianto - per anni gestito da associazioni sportive del territorio - fu il sindaco Rodolfo Visconti nel 2021. La decisione fu confermata dai commissari straordinari che si insediarono in municipio due anni e mezzo fa, all'indomani dello scioglimento del Comune per infiltrazioni della criminalità organizzata. 

Il Comune non ha personale interno a sufficienza per garantire un'adeguata vigilanza e non ha i fondi, in bilancio, per ristrutturare gli ambienti deteriorati e nemmeno per rifare il manto erboso. Il campo è coperto da una fittissima vegetazione. I fari, in assenza di cavi, non funzionano e parte degli spogliatoi è in condizioni critiche. Il Comune potrebbe decidere di affidare la struttura a una società professionistica o comunque a un sodalizio in grado di investire centinaia di migliaia di euro. L'altra strada, più difficile, è quella dell'individuazione di fonti di finanziamento sovracomunali. 

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