Maria Carolina di Borbone ha scelto di festeggiare a Napoli i suoi vent'anni. A Napoli ma non solo. La figlia del principe Carlo e della principessa Camilla è qui anche con loro - e con sua sorella Maria Chiara - per una tre giorni familiare a metà strada tra pubblico e privato. Partiamo dagli appuntamenti istituzionali, il primo ieri a Portici per la cerimonia di intitolazione della Piazza della Reggia a Carlo di Borbone, il sovrano al quale si deve la costruzione della residenza, il suo terzo gioiello dopo la Reggia di Caserta e quella di Capodimonte; il secondo oggi a Nola per partecipare alla tradizionale Festa dei Gigli, patrimonio immateriale dell'Unesco dal 2013. Nel mezzo una bella serata al circolo Italia organizzata da Alberto e Selvaggia Visocchi Sanseverino con un ristretto gruppo di amici napoletani.
Maria Carolina, di nuovo a Napoli.
«È una città che amo molto.
Che cosa le piace in modo particolare di questa città?
«La gente innanzitutto, i napoletani sono accoglienti, comunicativi, estroversi, trasmettono allegria e cordialità. E poi il cibo, adoro la pizza, la pasta e i piatti tipici della tradizione gastronomica partenopea. Con mia sorella spesso ci mettiamo ai fornelli e prepariamo ricette napoletane».
È vero che è anche molto tifosa?
«La vittoria dello scudetto dopo 33 anni è stato un traguardo sportivo strepitoso. Insieme con la mia famiglia abbiamo seguito partita dopo partita questa stagione trionfale ricca di emozioni. Vedere la squadra protagonista in Italia e in Europa è stata una soddisfazione enorme».
Dallo sport al mondo del sociale. È molto attiva anche su questo fronte.
«È un'aria che ho respirato in famiglia fin da bambina. Mia madre sostiene da tempo azioni umanitarie per le Nazioni Unite, mia sorella è stata nominata ambasciatrice del Wwf Italia e Francia. Io ho un sogno che intendo realizzare».
Quale?
«Contribuire a dare lustro e visibilità agli artigiani del Sud. In alcuni casi veri e propri talenti, portatori di antichi mestieri destinati a scomparire. Grazie ai social media possiamo lanciare messaggi forti e efficaci a livello internazionale».
Gli artigiani, dunque.
«Poi le donne, quelle maltrattate che patiscono violenze e aggressioni. E non solo dal punto di vista fisico. Penso anche a chi viene discriminata ingiustamente sul posto di lavoro o a chi il lavoro non riesce a trovarlo perché è donna. Il mio progetto digitale Nft servirà a raccogliere fondi da destinare a chi vive questi momenti di difficoltà e Napoli sarà capofila».
Prossima tappa?
«Siamo in partenza per una visita ufficiale in Ungheria invitati dal presidente. Poi torno a studiare, ho tanto da fare».
Economia a Harvard e grande passione per la moda.
«Seguo anche un corso alla Marangoni. Il mio obiettivo è quello di mettere insieme i due mondi. Mi piacerebbe creare un brand con mia sorella. I presupposti ci sono tutti».