«Ho lavorato nel ristorante di Giorgio Locatelli: punizioni e insulti continui, ho perso 20 chili in 4 mesi e mi sono licenziato»

Lo chef ha pubblicato il suo nuovo libro intitolato "A Sentimento" in cui racconta anche i suoi difficili mesi in Inghilterra

«Ho lavorato nel ristorante di Giorgio Locatelli: punizioni e insulti continui, ho perso 20 kg in 4 mesi e mi sono licenziato»
«Ho lavorato nel ristorante di Giorgio Locatelli: punizioni e insulti continui, ho perso 20 kg in 4 mesi e mi sono licenziato»
Lunedì 11 Marzo 2024, 17:55
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Lo chef italiano Davide Nanni è una star dei social e della televisione e ha da poco pubblicato il suo nuovo libro intitolato “A Sentimento”. Il cuoco, che ora lavora in Abruzzo, in una recente intervista ha raccontato la sua storia e la sua esperienza nel ristorante dello chef Giorgio Locatelli a Londra. Davide Nanni, nel suo libro, ha spiegato: «Accettai l'offerta di lavorare lì di buon grado, fresco di diploma. Partii con la mia ragazza, presa nello stesso ristorante. Eravamo giovani, felici e pronti a spaccare il mondo. Sapevo che nelle brigate aleggiava un po’ di nonnismo cameratesco, ma non immaginavo che potesse raggiungere livelli simili». 

Davide Nanni, nel suo “A Sentimento” ha raccontato: «Giorgio Locatelli passava ogni tanto, per controllare che fosse tutto ok. Ma la gestione era in mano a quei tre, chef, un sous chef e un capo partita che si rivelarono il mio peggior incubo. Gli ultimi arrivati venivano messi ai lavori più faticosi e umili e non potevano lamentarsi. Ma ero pronto a faticare per imparare e dimostrare il mio valore. Tuttavia, entrai nel mirino del sous chef che, dopo avermi affidato lavori impossibili, mi scherniva davanti a tutti. Poi si girava verso gli altri, aspettando una risata generale, e faceva l’occhiolino alla mia ragazza. Passarono i giorni, provai a velocizzarmi il più possibile, ma anche se finivo il lavoro prima del tempo, lui mi insultava. Arrivai a star al ristorante per più di 16 ore al giorno. Iniziavo alle 5.00. A volte trovavo ancora i lavapiatti che stavano finendo il turno di notte. Durante i pochi minuti di pausa che avevo andavo in bagno, buttavo a terra uno strofinaccio, mettevo il timer e dormivo per quattro minuti. Inizia a sentire lo stress e la fatica e nessuno mi ha mai chiesto cosa avessi. Mi lasciai anche con la ragazza». 

Infine, Davide Nanni ha raccontato: «Tutto il giorno pulivo gigantesche casse di rucola, gambo per gambo.

Un pomeriggio per sbrigarmi eliminai le radici con un solo strappo, lo videro. Il capo partita mi raggiunse e mi sbattè il mazzo in faccia, spaccandomi il labbro. Una volta fecero cadere cinque litri di brodo in cella frigorifera. Mi diedero la colpa. Mi obbligarono a pulire senza spegnere la refrigerazione». Poi, alla fine, lo chef arrivò a un punto di non ritorno e decise di licenziarsi: «Non ricordo con esattezza cosa mi urlò il sous chef, ma so che superò il limite. Mi strappai la giacca di dosso, la sbattei a terra e me ne andai. Perché te ne sei andato senza dirmelo? mi chiese il giorno dopo il primo chef, io gli risposi: Grazie chef. Va bene così. Tornai in Italia. Ero dimagrito di venti chili in quattro mesi». 

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