Statali, Tfs a tasso agevolato: ok Inps all'anticipo della buonuscita. Importo medio di 66mila euro

Statali, Tfs a tasso agevolato: ok Inps all'anticipo della buonuscita. Importo medio di 66 mila euro
Statali, Tfs a tasso agevolato: ok Inps all'anticipo della buonuscita. Importo medio di 66 mila euro
di Francesco Bisozzi
Venerdì 1 Dicembre 2023, 21:43 - Ultimo agg. 5 Dicembre, 10:32
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Decollano gli anticipi del Tfs a tasso agevolato dell’Inps diretti agli statali. All’istituto di previdenza sono pervenute circa quindicimila domande in meno di un anno, di cui due su tre, diecimila quindi, sono state accettate, e cinquemila rigettate per mancanza di requisiti o errori nella compilazione della richiesta.

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Boom di domande negli ultimi mesi.

I primi pagamenti, per circa 1.800 richiedenti, sono partiti dopo l’estate. Circa altri ottomila ex dipendenti pubblici vedranno liquidato, tra dicembre e aprile, l’anticipo della buonuscita, anticipo su cui l’Inps applica un tasso di interesse solo dell’1 per cento (in banca adesso l’asticella può salire anche sopra il 5%). 

Le cifre

L’importo medio erogato si attesta attorno ai 66mila euro. Negli istituti di credito convenzionati, invece, gli ex della Pa possono chiedere anticipi del Trattamento di fine servizio fino a 45mila euro. Per darvi un ordine di grandezza, un prestito Inps oggi comporta una spesa per gli interessi pari a poco più di 100 euro per diecimila euro. In banca, per la stessa cifra, il costo può superare al momento la soglia dei 500 euro.

Così Stefano Quaranta, a capo della Direzione centrale Credito, welfare e strutture sociali dell’Inps: «Il Fondo per la gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali è uno strumento flessibile tramite cui andiamo incontro alle nuove esigenze degli iscritti. La nostra parola d’ordine è mutualità. Nel caso dell’anticipo del Tfs agli statali è il caso di ricordare che bisogna risultare iscritti al fondo prima di inoltrare la domanda di prestito».

Il meccanismo

Attualmente uno statale aspetta in alcuni casi anche sette anni prima di ricevere il Tfs, a differenza del privato dove i soldi della buonuscita atterrano sui conti correnti degli interessati nel giro di pochi giorni o settimane. La norma sul pagamento differito del Tfs-Tfr ai dipendenti dello Stato è un’eredità della politica economica “lacrime e sangue” del governo Monti, che optò per questa strada davanti a uno spread fuori controllo e alla crisi dei conti pubblici. Da allora sono passati più di dieci anni.


Nei mesi scorsi la Consulta, con la sentenza n.130 del 23 giugno 2023, ha chiesto al Parlamento di intervenire gradualmente per rimuovere l’ostacolo e garantire erogazioni tempestive anche per il pubblico impiego, dal momento che la norma del vecchio governo Monti contrasta con i principi della Carta. Nell’attesa di una soluzione strutturale, i prestiti dell’Inps rappresentano per gli statali in pensione la soluzione più veloce e indolore per mettere le mani su soldi che a loro spettano. 

Le alternative

L’alternativa sono le banche, o meglio una manciata di banche che ancora erogano (solo fino a 45mila euro come detto) l’anticipo del Tfs ai dipendenti pubblici in convenzione con lo Stato. Queste, però, calcolano gli interessi sommando lo spread, che è sempre pari allo 0,5 per cento, al rendistato, indice che fotografa l’andamento di una serie di titoli di Stato e che, stando all’ultimo bollettino di Bankitalia, adesso viaggia sopra la soglia del 5% per i prestiti più lunghi. Per intenderci, prima del rally dell’inflazione l’asticella si posizionava chilometri indietro, ovvero sotto l’un per cento. 


L’iniziativa dell’Inps a favore dei dipendenti pubblici cessati dal servizio ha preso il largo a febbraio con una dotazione di 300 milioni di euro. Di questi ne risultano impegnati finora la metà. Insomma, ci sono le coperture anche per soddisfare le domande che arriveranno il prossimo anno, fanno sapere dall’istituto di previdenza. Tradotto, nessun click day all’orizzonte. 

Il percorso

Ma come funzionano, più nel dettaglio, i prestiti dell’Inps? Solo chi è iscritto al cosiddetto Fondo credito, la Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, può richiederli. Oltre al tasso di interesse dell’1% è prevista una ritenuta dello 0,5% per coprire le spese di amministrazione. I tempi di lavorazione delle domande possono richiedere fino a 180 giorni. Dopo l’accettazione della proposta da parte dell’Inps non è possibile recedere dal contratto e non è prevista la possibilità di estinguere anticipatamente il finanziamento erogato. 
Infine, ha spiegato l’Inps in una circolare ad hoc, il finanziamento è erogato in un’unica soluzione ai richiedenti aventi diritto, dietro cessione pro solvendo della corrispondente quota maturata, disponibile e non ancora esigibile del Trattamento di fine servizio o di fine rapporto. L’iscritto, inoltre, può chiedere di utilizzare l’importo del finanziamento per rimborsare integralmente e anticipatamente uno o più finanziamenti ottenuti dalla Gestione unitaria, come mutui ipotecari e prestiti pluriennali. 
 

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