Salone del libro di Torino 2023: nuovi lettori cercansi

Numeri imponenti, quelli della sagra libraria nell'ex fabbrica della Fiat: 115 mila metri quadrati espositivi, 573 stand di editori, 48 sale e 13 laboratori

Via al Salone del libro di Torino
Via al Salone del libro di Torino
di Massimo Novelli
Venerdì 19 Maggio 2023, 10:00
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Torino vorrebbe essere come Napoli, quella che «non chiude mai» di cui ha parlato Erri De Luca nella giornata d'apertura della nuova edizione del Salone internazionale del libro, come di consueto al Lingotto Fiere. Nicola Lagioia, barese, direttore uscente della kermesse, rivendica con orgoglio una città sempre in movimento al taglio del nastro della mattina: «Per cinque giorni e cinque notti il Salone del Libro trasforma Torino nella capitale mondiale della cultura. È una cosa molto emozionante e non è scontato che accada tutti gli anni». Poco dopo, all'Arena Robison per presentare Le regole dello Shangai (appena uscito per Feltrinelli) De Luca ricorda: «Ho cominciato a scrivere perché mi sarebbe piaciuto scappare. Prima ho cominciato a leggere: i libri di mia madre, di mio padre, erano in una stanza silenziosa di una città che non dormiva mai. Napoli è una città che non chiude mai e io invece, per temperamento, volevo chiudere. Forse sarei dovuto nascere in un fiordo norvegese invece che in un vicolo napoletano».

Dunque pure Torino non vorrebbe chiudere mai, e se non altro per cinque giorni ci prova. In ogni caso il Salone n. 35, declinato sul tema «Attraverso lo specchio» e con l'Albania in veste di nazione ospite, è cominciato bene. Ha preso il via fra una leggera pioggia di sapore autunnale e un'inaugurazione che ha visto la presenza del presidente del Senato Ignazio La Russa e del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Intanto per vedere la neodirettrice, la giornalista Annalena Benini, forse scelta da Roma o comunque a Roma per niente sgradita, bisognerà aspettare oggi pomeriggio, quando dialogherà proprio con Lagioia. 

Il timoniere delle passate edizioni, però, esce di scena con una Librolandia che, al solito, viene annunciata come «la più grande di sempre». E ieri, in effetti, già nel primo giorno il Salone scoppia di ospiti, eventi, folle di giovani. Un menù ricco, certo, fin da subito: da Javier Cercas a De Luca, da Alessandro Baricco ad Andrew Sean Greer, Ermal Meta, la Gialappa's Band, Julian Barnes (in collegamento), per citare solo qualcuno. Avrebbe dovuto esserci di persona il premio Nobel per la letteratura del 2015, la bielorussa Svetlana Aleksievi.

L'incontro in presenza, tuttavia, è saltato per problemi di salute della scrittrice, che in compenso ha registrato un videomessaggio. Durissimi i toni usati verso la Russia di Putin, ovviamente: «Non conosco questo popolo, prima amavo il popolo russo, questo è completamente nuovo per me. Io che sono stata educata dalla cultura russa sono completamente sbalordita da tutto ciò. Percepisco un sentimento di umiliazione, la Russia è stata umiliata, questo messaggio viene propagandato dalla televisione e la gente ci crede». 

Numeri imponenti, quelli della sagra libraria nell'ex fabbrica della Fiat: 115 mila metri quadrati espositivi, 573 stand di editori, 48 sale e 13 laboratori, oltre 1600 incontri-dibattiti-lezioni al Lingotto e circa 600 sparsi per il territorio, per il Salone off. Insomma, un mare di carta, ma non solo, anche se, come è noto, in Italia si legge molto poco. Ci vogliono mezzi che promuovano la lettura. Il ministro Sangiuliano promette una legge: «Per il libro stiamo lavorando». E assicura: «Contro lo spopolamento dei centri storici, con presidi di lettura. Pensiamo di finanziare giovani under 30-35 che vogliono aprire una libreria. Il libro è lo strumento con il quale la libertà può trovare la sua espressione», dichiara il ministro partenopeo, peraltro collezionista: 15mila i volumi in suo possesso, ricorda.

Le mosse del governo, almeno quelle annunciate, non dispiacciono a Ricardo Franco Levi, presidente dell'Associazione Italiana Editori, ieri a Torino e reduce dalle polemiche sull'invito al fisico Carlo Rovelli, prima ritirato e quindi sbloccato, alla Buchmesse di Francoforte. «È positivo», ha commentato, «che il governo abbia deciso di aprire il confronto sulla Carta Cultura, una misura che consideriamo di vitale importanza per l'editoria libraria e un'importante leva per far crescere la lettura nel nostro Paese, soprattutto tra i più giovani». Levi avrebbe dovuto presentare anche un libro che raccoglie alcuni testi di Piero Gobetti, L'editore ideale. Ma, dopo l'affaire-Rovelli, ha preferito declinare l'invito, forse per rispettare la memoria di un campione della libertà quale fu Gobetti: «Il caso Rovelli è stato sicuramente un errore, sono d'accordo con Luciano Canfora che ha parlato di figuraccia. Ho letto che parteciperà, sono felice. S'impara anche dagli errori. Ho frainteso la sua partecipazione, gli errori si fanno e si pagano le conseguenze in termini di figuraccia», conclude Levi. 

 

A trovare nuovi lettori ci riescono fumetti e graphic novel, unico settore davvero in crescita: sono oltre 10.200.000 i lettori di fumetti in Italia, +17,2% sull'anno precedente e rappresentano il 23% della popolazione tra i 15 e i 74 anni. Si tratta di una popolazione varia per età, ma accomunata da consumi culturali forti e vari: sono lettori di romanzi e saggistica nell'84% dei casi, di ebook nel 47%, ascoltatori di podcast nel 40%, di audiolibri nel 19%. È a loro che bisognerà guardare. 

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