Posillipo, il mito, le storie: Vittorio Del Tufo e Sergio Siano insieme ​tra storia e mito

Presentazione oggi alle 18 al circolo nautico Posillipo

Vittorio Del Tufo e Sergio Siano
Vittorio Del Tufo e Sergio Siano
di Maria Pirro
Venerdì 22 Marzo 2024, 11:00 - Ultimo agg. 23 Marzo, 10:05
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Posillipo è davvero «la collina che placa il dolore»? L'etimologia della parola che dà il titolo al libro trova una conferma nelle foto straordinarie di Sergio Siano: volti, marmi e panorami raccolti tra le pagine che luccicano come il mare popolato da canoe, ringhiere e bagnanti. Ma poi questa consolante certezza vacilla scoprendo il mito e le storie narrate con il suo stile inconfondibile, caro ai lettori de «Il Mattino», da Vittorio Del Tufo che porta a galla omicidi-suicidi e altre tragedie, tradimenti, bizzarrie, atrocità in dimore lussuose, maledette, infestate da fantasmi, o leggende (la più struggente, ripresa da Matilde Serao sui «cuori di pietra» destinati a non amarsi mai), in un racconto suggestivo e colto, ricercato anche nella bibliografia: Posillipo, il mito, le storie di Vittorio Del Tufo e Sergio Siano (Roberto Nicolucci editore, 146 pagine, 22 euro).

E la porta d'ingresso, nel viaggio tra gli abissi dell'animo umano, non può che essere lo Scoglio di Virgilio, antico ninfeo e punta più estrema del promontorio, tra gli isolotti della Gaiola e la baia di Trentaremi addossati al costone roccioso su cui si erge il parco della Rimembranza.

Qui l'autore latino scrisse le Georgiche e insegnava le arti magiche ai suoi discepoli. Perché il mito, avverte Del Tufo, non può essere lontano dal reale: sulla collina più dolce della città arriva dal passato. E, a volte, resta nascosto dall'oblio: è il caso della dimenticata Crypta Neapolitana, che accoglie la presunta tomba del poeta (e anche di Giacomo Leopardi), al momento dichiarata inagibile. Altre volte le tracce sono solo immaginate, come quelle dell'approdo di Ulisse nel territorio abitato dai Ciclopi: forse porto Paone, sul fondo del cratere di Nisida. «La grotta di Polifemo probabilmente non era altro che la gigantesca grotta di Seiano», osserva il giornalista-scrittore, spiegando che altre volte ancora memorie e reperti rimangono sott'acqua: sette o otto almeno, i relitti d'epoca romana affondati e mai recuperati. Con chissà quanti e quali tesori! Quindi, il viaggio letterario prosegue nella villa di Publio Vedio Pollione, nota per le feste da mille e una notte, frequentata dallo stesso Virgilio, e da Augusto, che in un ricevimento in suo onore salvò un servo dal più terribile dei supplizi, quando fu gettato nella vasca delle murene, colpevole di aver rotto un prezioso calice. Come castigo, ma per il suo padrone, l'imperatore fece distruggere tutti i vasi e i vetri. 

Una vicenda fantastica è ambientata nella villa della Grotta San Giovanni (successivamente villa Carnap), che il custode diceva fosse infestata dai fantasmi pur di allontanare possibili acquirenti. Denominata villa degli Spiriti, nemmeno tanto tempo fa, per 30 anni, fino al 1963, fu comunque occupata da «'o barone» Filippo Costantino senza averne titolo. E Villa Rocca Matilde, che divenne villa Pierce e dopo Villa Lauro. Tutte splendide dimore. Con ospiti vip, tra cui Liz Taylor e Marilyn Monroe, Richard Burton e Rock Hudson, Tyrone Powe e Sophia Loren. Con proprietari altrettanto famosi: Gianni Agnelli, il magnate americano Paul Getty, Gianpasquale Grappone detto Ninì, la famiglia Capece Minutolo di Canosa, Charles James Rae. Con personaggi eccentrici come lady Elizabeth e don Nicola di Roccaromana, che si divertiva a imbalsamare gli animali tenuti in un piccolo zoo e raccolse nel giardino piante esotiche di ogni tipo. Il «casino di delizie», continua Del Tufo, ospitò invece per un breve periodo il diplomatico William Hamilton con sua moglie Emma Lyon, che fu la tollerata amante dell'ammiraglio Nelson. E, non meno intricato, è il giallo dello scoglio di San Pietro, con due fratelli uniti e poi divisi dall'amore per la stessa donna in un omicidio-suicidio dai contorni shakespeariani. La stessa baia accolse uno scandaloso Oscar Wilde accompagnato dall'amico-amante Alfred Douglas. E, sempre qui, a bordo di una imbarcazione, avvenne uno schianto così simile a quello della Concordia, oltre all'assurdo incidente della teleferica; mentre lo Scoglio di Frisio fu il ristorante scelto da Giosuè Carducci per corteggiare la giovane fiamma Annie Vivanti senza sapere che, al tavolo vicino, uno spregiudicato Ferdinando Russo l'avrebbe notata e ne avrebbe subito approfittato per dedicarle una serenata con tanto di posteggiatori. 

Potrebbe bastare per suggerire la lettura del volume della collaudata coppia di reporter Del Tufo-Siano, già autori della fortunata pagina domenicale de «Il Mattino», «L'Uovo di Virgilio», che ha ispirato anche questi suggestivi racconti. Ma una parola va aggiunta sulle immagini che mostrano scorci di città mai visti o mai notati, e diventano sequenza in un'appendice finale che sembra spiegare, senza dire, perché lo spirito di Napoli è in transito da qui, tra cielo e mare, incrostato di sangue e sogni.

Presentazione oggi alle 18 al circolo nautico Posillipo. A discuterne, con gli autori, Cecilia Donadio. 

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