Massimiliano Virgilio al festival di Capua con “Il tempo delle stelle”

L'amore di Lara e Giuseppe, sfidato dal desiderio di avere un figlio, diventerà un film

Massimiliano Virgilio
Massimiliano Virgilio
di Mariamichela Formisano
Martedì 27 Febbraio 2024, 13:47 - Ultimo agg. 17:00
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Scrittore, giornalista, sceneggiatore, Massimiliano Virgilio è tra le penne più apprezzate della narrativa italiana. Napoletano, classe 1976, ha incontrato il Gruppo di Lettura del Capua il Luogo della Lingua con il  suo ultimo romanzo “Il tempo delle stelle” edito da Rizzoli.

«Il tempo delle stelle è il tempo di Lara e Giuseppe che cercano di avere un figlio ma non ci riescono. E questo li lascia lentamente sprofondare in una nuova dimensione della loro relazione, fatta di qualcosa che è difficile da definirsi», spiega Virgilio a valle dell'incontro con il Circolo dei lettori di Capua e Mater bistrot - Cose d'Interni Libri. «È il momento in cui si abbandonano gli ormeggi dell’amore e si entra in un territorio sconosciuto dove l’amore non serve più. Alla coppia serve qualcos’altro, forse un figlio, forse altro». 

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 Un racconto che indaga l’amore che può allontanare ma è anche un tendere ?
«Sì, è soprattutto un racconto in cui l’amore cerca di farci capire che persone siamo.

L’amore non è soltanto un sentimento, un dare, ma è anche sentirsi in pericolo. E Lara e Giuseppe si sentono in pericolo in virtù di questo amore. Tendono così l'uno all'altra cercando di scoprire qualcosa di sé, che significa smettere di essere una cosa unica, una entità, ma essere due persone divise, compiute, autonome, che riescono ad essere sé stesse forse per la prima volta».

 Quando hai scritto il tuo romanzo hai immaginato una trasposizione cinematografica ?
«Inizialmente no. Ho scritto questo romanzo per cercare, attraverso lo stile e la scrittura, di attirare il lettore nella ragnatela di Lara e Giuseppe. Poi si è data l'opportunità, come spesso succede ai romanzi contemporanei, di essere opzionato da un importante produttore. Ed è quindi iniziato questo lavoro di cucitura, insieme ad una regista della quale spero a breve rivelerò il nome, per la realizzazione di una sceneggiatura e quindi di un film. Una bella esperienza che unisce un po’ tutte le mie anime: c’è la materia romanzesca ma anche la scrittura per immagini per la quale ho da sempre avuto una certa propensione. E scrivere sceneggiature è parte del mio mestiere. E' una opportunità interessante e complessa perché questo romanzo ha più piani temporali, complicati da ricreare per il cinema dove tutto accade in un tempo molto più breve rispetto alla lettura del romanzo».

Tu sei anche un giornalista che oggi si é sottoposto alle domande dei lettori di Capua. Quale è la domanda che più ti ha incuriosito ?
«In genere è sempre tutto molto curioso perché un libro, una volta pubblicato, non è più solo tuo. Ma al Circolo dei lettori di Capua mi ha molto colpito la riflessione di un lettore che ha puntato l’attenzione sulla risoluzione finale del romanzo, sulla sua velocità, e soprattutto sul modo in cui questa ricomponga un ordine che era stato sgretolato. Mi ha colpito molto perché era esattamente ciò che volevo: trovare lettori attenti, consapevoli, e che soprattutto arrivano fino all’ultima pagina di un romanzo, quella che riserva il senso vero che un autore vuole trasmettere attraverso la scrittura». 

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