Fu testimone dell'omicidio di don Peppe Diana: raccolta firme per lo status

Fu testimone dell'omicidio di don Peppe Diana: raccolta firme per lo status
Sabato 25 Novembre 2017, 12:07
2 Minuti di Lettura
Fu testimone oculare dell'omicidio di don Peppe Diana, il sacerdote ucciso dai Casalesi nella parrocchia di San Nicola di Bari a Casal di Principe il 19 marzo del 1994. Quindi denunciò e fece condannare il killer Peppe Quadrano. Oltre 23 anni dopo, il fotografo Augusto Di Meo, nonostante la figura di don Peppe sia nel frattempo divenuta simbolo della lotta alla camorra più volte celebrata dallo Stato, non ha mai ottenuto il riconoscimento dello status di testimone di giustizia, né alcun indennizzo per i danni morali e materiali subiti. Paradossalmente è divenuto ufficiale al merito della Repubblica, un titolo solo onorifico. Oggi per Di Meo parte così la petizione on line lanciata dal Comune di Casal di Principe guidato da un'altra icona anticamorra, Renato Natale, e dalle associazioni antimafia che sono sempre state vicine a Di Meo, ovvero il Comitato don Diana e Libera, che chiedono il riconoscimento del suo status di vittima della camorra.

«Augusto Di Meo - è scritto nella petizione - a seguito della propria scelta di collaborare con lo Stato è divenuto vittima della mafia e dei suoi soprusi. È l'organizzazione criminale di Casal di Principe che lo ha obbligato all'allontanamento dalla sua terra determinando ingenti danni sia di natura fisica sia di natura economica. Una situazione perduratasi nel tempo che gli ha causato disagi di ogni tipo, finanche di salute. È per tali ragioni che come Comitato don Peppe Diana e coordinamento provinciale di Libera Caserta, unitamente a tutta la rete di realtà associative e cooperativistiche, e all'amministrazione comunale di Casal di Principe, riteniamo di dover formalmente chiedere che Augusto Di Meo venga riconosciuto vittima della criminalità organizzata ai sensi della legge 302/1990. Un riconoscimento che rappresenta una battaglia di civiltà ed un legittimo beneficio di legge per tutto quanto è stato patito da chi non si voltò dall'altra parte ma decise di aiutare la giustizia».

«L'esempio di Di Meo è di insegnamento per tanti giovani di Italia che in lui vedono un modello di umanità. Ai tanti che lo hanno incontrato, ai tanti che conoscono la storia di don Peppe Diana e del suo amico Augusto Di Meo, ai tanti che hanno vissuto le Terre di don Peppe Diana, chiediamo di unirsi alla nostra richiesta e di firmare la nostra petizione».

Ieri sera Di Meo, a Casal di Principe, nel bene confiscato «Casa don Diana», ha incontrato, nel corso dell'iniziativa organizzata per promuovere il tour del «Pacco alla Camorra», un altro simbolo della lotta ai Casalesi, il neo Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho; i due si sono abbracciati calorosamente. Per la Dda di Napoli in cui anni fa era procuratore aggiunto De Raho, la testimonianza di Di Meo fu determinante per far condannare Peppe Quadrano, killer di don Peppe Diana.
© RIPRODUZIONE RISERVATA