Maltempo, l'esperto: «Sarebbe bastata una vasca per evitare gli allagamenti»

Maltempo, l'esperto: «Sarebbe bastata una vasca per evitare gli allagamenti»
di Roberta Muzio
Martedì 20 Ottobre 2015, 11:32 - Ultimo agg. 11:34
3 Minuti di Lettura
CASERTA - Massima allerta per le piogge nelle prossime ore. Fanno paura i fiumi: il Volturno e il Calore soprattutto ma, se avesse funzionato un impianto in provincia di Isernia, probabilmente i danni causati nel Beneventano e a Capua, non ci sarebbero stati.

È una vasca di laminazione a Macchia d'Isernia che attende il completamento. L'opera è stata iniziata ed è ferma da almeno tre anni. Sono stati spesi finora 25 milioni di euro di fondi del ministero delle Infrastrutture ma ne servono altrettanti affinché entri in azione. La sua funzione è quella di rallentare, frenare la portata del fiume Cavaliere che, poco più a valle, va ad immettersi nel Volturno. Il corso d'acqua arriva, così, all'affluenza con il Calore, già ingrossato. Senza questa sorta di freno, e in presenza di precipitazioni abbondanti, si verifica ciò a cui si è assistito in questi giorni: un disastro. E se nessuno preme per avere questi stanziamenti, in primis la Regione Molise attraverso la quale passerebbero per essere dirottati sul Consorzio competente sul territorio, la vasca di laminazione non sarà mai completata. Con la conseguenza che circa 25 milioni di euro sarebbero stati inutilmente spesi.



La vasca di laminazione Fossatella è, insieme a quella di Ripaspaccata a Montaquila, sempre in provincia di Isernia, gestita dal Consorzio di bonifica Piana di Venafro. Vittorio Nola è il presidente. «L'impianto di Fossatella allo stato in cui si trova non può essere utilizzato e questo fa sì che non ci sia un rallentamento delle acque. Il suo funzionamento avrebbe due vantaggi: fermare le alluvioni e irrigare i terreni da Sesto Campano fino a Pratella, all'altezza dello stabilimento delle acque minerali, includendo nel Consorzio, oltre Capriati, i centri della provincia casertana Ciorlano, Fontegreca, Prata Sannita e Pratella. In tutto 1.500 ettari da mettere a coltura». Un progetto esecutivo, cantierabile, per l'opera che, finora, è stata realizzata in tre lotti. «Manca il quarto - spiega Nola - che non è frazionabile e costa 25 milioni di euro».



Il motivo che impedisce il completamento dell'infrastruttura in Molise che, sostanzialmente, andrebbe ad arrecare vantaggi in Campania e ad evitare i disastri delle esondazioni, è puramente politico. «Le esondazioni si ripeteranno sempre fino a che non si rallentano le piene. Sono tre anni - si sfoga Nola - che predico da solo su questa emergenza costante. È un investimento strategico sia per la Campania, sia per il Molise. Lamentarsi dei danni non serve se non si comprendono le cause e le soluzioni sono pronte». Un progetto interregionale, dunque, per il quale le autorizzazioni già ci sono, incluso il nulla osta dell'Autorità di bacino Liri, Volturno, Garigliano, così come la documentazione presso l'Ufficio dighe di Napoli. Definito dal Nucleo di valutazione degli interventi pubblici del Molise, nel 2008, come un'opera che «consentirà di ridurre il rischio di esondazione del torrente Rava e del fiume Volturno mettendo in sicurezza la popolazione residente, i manufatti e le attività produttive».



Manca la nomina del Rup (responsabile unico del procedimento) che avverrebbe una volta ottenuto il via libera con la delibera Cipe. L'ente attuatore è il Consorzio di bonifica. I soldi, una volta stanziati, passerebbero tramite la Regione Molise. È, dunque, solo un problema di volontà politica? «La richiesta deve essere fatta dalla Regione Molise. Con il governatore della Campania De Luca ho avuto un colloquio - afferma il vertice del Consorzio - e sembra aver condiviso l'importanza, l'utilità dell'opera».