Caserta, sosta selvaggia e degrado a Casertavecchia

A breve partiranno due cantieri con un finanziamento di oltre un milione di euro

Caserta, sosta selvaggia e degrado a Casertavecchia
Caserta, sosta selvaggia e degrado a Casertavecchia
di Lidia Luberto
Domenica 28 Aprile 2024, 09:43
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Il nodo Casertavecchia sembra davvero inestricabile. Perché le criticità del Borgo medievale sono sempre le stesse e ancora irrisolte. A partire dai parcheggi chiusi, la cui soluzione è oggettivamente complessa. Ormai è passato quasi un anno (era agosto 2023) da quando furono vietate le aree di sosta perché irregolari e fuori norma. Da allora molto si è mosso (incontri fra amministratori e operatori locali, gestori e proprietari delle aree interessate) ma nulla è cambiato, né si intravede a breve un esito positivo. «Se non si avvia un'attività progettuale da parte dei titolari delle aree e non si fa una variazione delle destinazioni d'uso di quegli spazi, da agricoli, come sono ora, ad aree di diversa fruizione, temo che la situazione non si sbloccherà» spiega il comandante della Polizia locale di Caserta, Antonio Piricelli, che in questi giorni ha effettuato minuziosi sopralluoghi al Borgo.

«Peraltro aggiunge in questa occasione, siamo stati costretti a segnalare i parcheggi trovati aperti, un provvedimento inevitabile dal punto di vista normativo».

Così, l'estate arriverà e passerà pure senza che il problema sarà stato risolto, a scapito dei tanti ristoratori che hanno più volte segnalato una contrazione delle presenze turistiche causata proprio dalla difficoltà di parcheggiare. Senza contare che a breve, forse entro maggio, partiranno due cantieri con un finanziamento di oltre un milione di euro, per il rifacimento della zona intorno alla chiesetta di San Rocco. Si tratta del primo intervento finalizzato a risistemare l'intera pavimentazione del borgo, dove l'asfalto esistente sarà sostituito dal basolato.

Intanto, con i parcheggi scomparsi alla base del centro storico, sono ulteriormente aumentate le auto fra le stradine e in piazza Duomo. Un colpo d'occhio, purtroppo consueto, che mortifica la bellezza del luogo e la maestosità della Cattedrale. Inutile denunciare, fotografare, protestare, le macchine sono sempre lì a turbare l'atmosfera e svilire il contesto storico-architettonico. Si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di auto dei residenti che non avendo spazi assegnati, si fermano dove trovano un posto. Lo hanno spiegato loro stessi decine di volte. «Se si realizzassero stalli destinati ai residenti, eviteremo di fermare le auto davanti, sotto, intorno alla Chiesa e lungo le strade» dice un abitante ma la richiesta è andata puntualmente disattesa. E non sono solo le auto a mortificare l'aria millenaria di Casertavecchia, dichiarata monumento nazionale. C'è anche quella immagine di abbandono e trascuratezza che la caratterizza da anni. Lungo i vicoli, cresce fitta l'erba infestante, che si arrampica sugli edifici secolari e che rischia di danneggiare le mura antiche.

«Le strappiamo e tagliamo noi. Abbiamo chiamato uno, due, dieci volte gli uffici preposti. Ci rispondono con gentilezza, ma poi non interviene nessuno», denuncia un abitante che vuole rimanere anonimo. Comunque, ieri, Casertavecchia era strapiena di gente. Nonostante tutto. Ad accogliere le centinaia di persone, alla base della salita che conduce al Castello, si è riaperta la casbah con i venditori abusivi che riempiono i muretti ai lati della pineta di ogni genere di mercanzia. Al culmine della salita, proprio sotto al Castello, dove si apre il belvedere, la prima immagine che vede il turista non è la pianura sottostante che arriva fino al mare e nelle giornate senza foschia fino alle isole del Golfo di Napoli, ma è lo slargo con i cassonetti della spazzatura. Sono lì, all'aperto, senza una schermatura, lasciati in disordine, vuoti (almeno di mattina quando gli addetti alla raccolta sono appena passati), accanto, a terra, buste, spazzatura, involucri, bottiglie. Uno sguardo sull'orizzonte con immondizia: la rappresentazione plastica della condizione attuale del Borgo.

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«Ci sentiamo dimenticati, cittadini di serie B», si lamentano i cittadini. «Ci si ricorda di noi solo per il Settembre al Borgo. Poi torniamo nel cono d'ombra». Sembra come nelle favole: il borgo colpito da un sortilegio che la fa cadere nel dimenticatoio e ne blocca velleità e progettualità per 11 mesi all'anno. Poi, come d'incanto, appunto, alla vigilia del Festival, in tutta fretta e approssimazione, vengono risistemate e ripulite le strade, questo o quell'angolo per presentarla agli artisti e agli spettatori che arriveranno. Prima di ricadere nell'oblio fino al Settembre successivo.

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