Corruzione, 7 arresti a Caserta: coinvolti imprenditore e ufficiali dell'Esercito. Il procuratore Troncone: «Fondamentali le intercettazioni»

Corruzione, 7 arresti a Caserta: coinvolti imprenditore e ufficiali dell'Esercito. Il procuratore Troncone: «Fondamentali le intercettazioni»
di Mary Liguori
Martedì 19 Aprile 2016, 08:06 - Ultimo agg. 15:38
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CASERTA - Mazzette e stellette: il secondo atto dell'inchiesta che il mese scorso ha portato all'arresto di due colonnelli dell'Esercito Italiano e di un imprenditore, è sfociato, questa notte, in ordinanze bis per gli ufficiali Gaetano Mautone e Antonio Crisileo e per il costruttore Francesco Caprio e nell'arresto di altre quattro persone. 

Del "sistema" di tangenti per manipolare gli appalti banditi dal Ministero della Difesa per la ristrutturazione e la manutenzione delle caserme dell'Esercito, facevano parte altre persone e, secondo la procura di Santa Maria Capua Vetere, anche il comandante del X Reparto Infrastrutture, quartier generale per l'affidamento dei lavori nelle caserme: in manette stanotte è finito così anche Eugenio Carannile.

Ordinanza di custodia, poi, per Raffaele Bisogno, capo ufficio lavori del X Reparto, e per Cinzia Giunta e Aniello Palomba, commissari delle  gare manovrate. Il blitz è stato eseguito dalla  Guardia di Finanza (in azione la compagnia diretta dal capitano Domenico Ruocco) e dalla Squadra Mobile di Caserta (coordinata dal vicequestore Alessandro Tocco) al culmine di un'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Maria Antonietta Troncone. Le accuse riguardano numerosi casi di corruzione e turbativa d'asta. 


«Le intercettazioni si sono rivelate uno strumento di prova fondamentale» ha spiegato il procuratore Capo di Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone. Per il lavoro di indagine è stato infatti fondamentale l'attività di intercettazione, che ha consentito di trovare riscontri ai sospetti sulla manipolazione degli appalti. Questa avveniva, secondo la procura, con il massimo ribasso. «Inviami l'offerta via posta o via fax» dice, tra le altre cose, Gaetano Mautone all'imprenditore Caprio.

«Non è possibile - ha commentato il procuratore aggiunto, Antonio Amato - che le offerte per gare pubbliche vengano ancora inviate con modalità che non garantiscono la segretezza della procedura, quando esiste la posta elettronica certificata». Nell'offerta fatta pervenire da Caprio, tra l'altro non protocollata, il ribasso che risultò vincente, era stato scritto a penna. L'istanza, infine, non era stata protocollata.

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